Pensioni integrative se andiamo a vivere all’estero: tutto quello che bisogna sapere

politica monetaria UE

Pensioni integrative se andiamo a vivere all’estero: tutto quello che bisogna sapere. In pochi minuti spiegheremo bene cosa succede alle pensioni integrative all’estero. Ma potete stare tranquilli. Niente di particolare. Siete ben tutelati dalla legislazione europea.

Il sistema pensionistico italiano prevede due pilastri. Il primo è quello della pensione statale, per il quale si pagano i contributi ogni mese. Ma visto che le situazioni sono cambiate, la pensione statale non basta più. E’ ormai indispensabile una pensione integrativa. Che è, appunto, il secondo pilastro. Quest’ultima deve colmare la differenza tra la pensione statale e lo stipendio, che è di circa il 30%. Ovvero, quando andremo in pensione, la differenza tra l’ultimo stipendio e la prima pensione sarà circa di questa entità.

E se andiamo a vivere all’estero quando inizieremo a ricevere la pensione? Come detto prima, non c’è da preoccuparsi. Pensioni integrative se andiamo a vivere all’estero: tutto quello che bisogna sapere.

Pensioni integrative se andiamo a vivere all’estero: tutto quello che bisogna sapere

Se ci trasferiamo in altro paese dell’UE, non cambia niente. Il nostro ente assicurativo deve versare per la nostra pensione integrativa lo stesso importo che riceveremmo se vivessimo in Italia, e alle stesse condizioni. Nessuno stato dell’UE può applicare un trattamento discriminatorio ai regimi professionali di un altro stato. Quindi, nessuno stato dell’UE può accordare un trattamento fiscale preferenziale ai propri regimi.

Inoltre, nessuna nazione dell’UE può chiederci di rimborsare le riduzioni d’imposta semplicemente perché siamo andati in pensione e ci siamo trasferiti in un altro stato dell’UE. Se un Paese dell’UE ostacola con le sue norme la mobilità all’interno dell’Unione, viola la legislazione europea. Con la sua decisione, quel Paese ci impedisce di esercitare il nostro diritto di andare in pensione in un paese diverso dal nostro.

Come possiamo tutelarci, in questi casi? La metodologia è duplice. Innanzitutto, possiamo rivolgerci ai centri europei del consumatori.

Di cosa si tratta?

Della rete ECC Net. ECC Net è una rete di uffici a gestione indipendente cofinanziata dalla Commissione Europea. Essa spiega i diritti ai consumatori. Non solo, ma aiuta a risolvere le controversie con i fornitori di servizi all’interno dell’UE. Se non può aiutare direttamente, sa indicare a chi rivolgersi. In secondo luogo, possiamo rivolgerci online a SOLVIT, cioè il servizio di richiesta di spiegazione o di denunce dell’UE. In quest’ultimo caso, rispondendo a delle semplici domande in sequenza, verremo indirizzati all’apposito ufficio dell’UE che si occupa del problema che ci interessa risolvere.

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