Pecorino di Pienza e Rosso di Montalcino per un dessert di festa senza panettoni

Pecorino di Pienza

Tra Natale e Capodanno abbiamo bisogno di una tregua. Soprattutto da pandori, panettoni, cotechini e tacchini. Una zuppa di verdura è quello che ci vuole in questi giorni e non c’è dubbio che i minestroni toscani e le ribollite ci aiuteranno a rimetterci in moto dopo le serate di tombola dal vivo o via Zoom.

Per variare un pò il finale, qualche grappolo d’uva tardiva, qualche gheriglio di noce e un pezzetto di pecorino di Pienza. Che viene prodotto nella Val d’Orcia, intorno alla cittadina cara al Papa Pio II. Insieme a un buon vino da meditazione. Ecco come gustare questa meraviglia con l’aiuto degli Esperti di Cucina ProiezionidiBorsa.

Quando la creatività toscana incontra l’artigianalità sarda

Il pecorino di Pienza possiede un sapore e un profumo particolari. Il latte viene prodotto da pecore che brucano l’erba sulle colline argillose, ondulate della Val d’Orcia, punteggiata di castelli, antichi borghi e vigneti.

Le mani che lo lavorano sono quelle sapienti dei pastori sardi che sanno fabbricare il miglior pecorino.  Il territorio offre un panorama unico al mondo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Pecorino di Pienza e Rosso di Montalcino per un dessert di festa senza panettoni

Nel cuore della Val d’Orcia, che fino a cinquant’anni fa era pochissimo popolata, si producono eccellenze come i pici, i salumi di Cinta Senese e il Brunello di Montalcino.

La prima domenica di settembre a Pienza si tiene la tradizionale “Fiera del Cacio”. Con giochi spettacolari e il “tiro del cacio” che deliziano i turisti. Pienza si trova a poca distanza da Sinalunga e da bellissimi borghi come Trequanda, le cui torri rinascimentali dialogano con la fortezza del Castello di Montelifrè.

Il formaggio preferito da Lorenzo il Magnifico

Pecorino di Pienza e Rosso di Montalcino per un dessert di festa senza panettoni. Il pecorino di Pienza era il formaggio preferito da Lorenzo il Magnifico. Il merito del suo gusto inimitabile è il caglio. Oggi per produrlo si parte da quello di vitello, ma un tempo si usava quello prodotto con il cardo selvatico macerato in aceto e sale.

La stagionatura odierna avviene in luoghi con temperature e umidità controllate a norma di legge, fino a diciotto mesi. Il pecorino semi-stagionato invece è rosso, il rivestimento protettivo è colorato con concentrato di pomodoro.

E ora abbiniamo formaggio e vino

L’abbinamento del vino con il pecorino di Pienza dipende dal tipo di stagionatura del formaggio. Il pecorino stagionato ha un sapore intenso e erbaceo, mentre quello fresco ha una consistenza più burrosa e l’aroma è più delicato.

I vini più adatti per i formaggi giovani sono l’Orcia DOC e il Chianti. Per il pecorino stagionato, invece, è perfetto il tandem con il Brunello di Montalcino, il Rosso di Montalcino e il Morellino di Scansano.

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