Pasqua in casa e la crisi del settore del dolciume artigianale

L’effetto di Pasqua in casa prepari e mangi con i tuoi

Il periodo pasquale 2020 sarà ricordato per tutta la vita. E’ una festa diversa, una Pasqua  in casa. Il coronavirus è riuscito anche ad avere la meglio sul detto: “Natale con i tuoi, Pasqua con  chi vuoi”. In questi giorni di reclusione forzata ogni famiglia si sta preparando alla festività come meglio crede restando a casa e ipotizzando cosa mangiare. I piatti della tradizione di Pasqua non mancheranno sulle nostre tavole: dall’agnello al capretto, la torta pasqualina, pastiera napoletana, casatiello, lasagne verdi e brodo di gallina.

Quali sono le differenze con il passato

In una Pasqua e Pasquetta di tristezza e isolamento due fattori sono da mettere in evidenza. Pasqua in casa significa che sulle tavole troveranno poco spazio i prodotti artigianali. Purtroppo pasticcerie, cioccolaterie e gelaterie sono finite nella lista nera a differenza di chi produce dolci industriali ed è restato aperto perché consentito.  Le produzioni artigianali registreranno un crollo di oltre il 70%.

Quale dolce finisce sulla tavola

La colomba e l’uovo di cioccolato troveranno posto sulla tavola di sei famiglie su dieci. Saranno acquistati logicamente sugli scaffali della grande distribuzione anche se è previsto un calo delle vendite del 20%. Il motivo è da ricondurre che restando a casa ci si diletta di più a fare dolci con le proprie mani anche per trascorrere diversamente il tempo. A questo si aggiunge difficoltà nel fare la spesa, tra orari ridotti, file e controlli di ordine pubblico.

L’uovo artigianale e gli effetti  del coronavirus

Se per la colomba artigianale i dati di flessione li abbiamo già enunciati, per l’uovo di cioccolato artigianale, le vendite non sono mai iniziate. Un colpo fortissimo, un uovo amaro più del cacao in vendita. Questa situazione mette a repentaglio l’intero settore a conduzione familiare che reggono la propria economia sui periodi delle ricorrenze. Ha giocato a sfavore di questa categoria anche il fatto che la grande distribuzione non ha mai aperto in modo deciso alla produzione artigianale.

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