Partita Iva in ginocchio nei primi mesi dell’anno: gli errori da non fare

Partita Iva

Tra i settori più martoriati dalla crisi post-Covid di sicuro vi è quello delle partite Iva  .  Si tratta di piccoli “imprenditori di se stessi” che erogano una pluralità di servizi a Enti pubblici e/o a privati. Rimasti a domicilio per tutto il periodo di lockdown, le perdite hanno subito sono state pesanti. L’ultima conferma è giunta dalla relazione tecnica all’articolo 25 della manovra anticrisi. Vediamo quindi di più sulle partita Iva in ginocchio nei primi mesi dell’anno, gli errori da non fare.

Il ristoro dei contributi a fondo perduto

Malgrado il riavvio della Fase-2, questi imprenditori di se stessi fanno fatica a riallacciare i vecchi volumi di fatturato. Molte delle loro prestazioni sono di tipo ciclico, quindi strettamente legate allo stato di salute dell’economia. Ora, per una parte di esse una forma di ristoro passerà per la misure dei contributi a fondo perduto. Secondo i calcoli dei tecnici del ministero dell’Economia, i beneficiari saranno circa 2,6 milioni di partite Iva. Ovvero il 59,1% su 4,4 milioni di potenziali soggetti e con meno di 5 milioni di fatturato. Platea a cui non si sommeranno i c.d. professionisti, che sin dall’inizio della crisi hanno lamentato un trattamento poco benevolo.

I fondi a loro sostegno

Quest’insieme di soggetti interessati si spartiranno comunque una torta di 6,19 miliardi di euro, quasi €1.400 a testa. In realtà quest’ultima cifra sarà parametrata (dal 10% al 20%) alla dimensione dell’impresa e all’entità effettiva della perdita. Ad ogni modo sono fissati dei “pavimenti” minimi al di sotto dei quali non si andrà. Oovvero una cifra di mille o duemila euro a seconda che il richiedente sia una persona fisica o un’impresa.

Accanto alla misura del fondo perduto vi è poi quella dei bonus autonomi, riservato appunto a chi non accede alla prima forma di ristoro. Sempre secondo i dati del ministero, ad aprile questo sostegno potrebbe andare a beneficio di 4,9 milioni per il mese di aprile. Per poi vedere la platea di soggetti ridursi a 1,12 nel mese in corso di maggio.

Gli errori da non fare quando si apre una partita Iva

Sempre nell’ambito delle partita Iva in ginocchio nei primi mesi dell’anno, gli errori da non fare in sede di costituzione possono riassumersi ai seguenti.

Il codice Ateco. Questo è il codice (adottato dall’Istat) che classifica la nostra attività. Se ne possono scegliere più di uno, anche se poi vige il criterio “della prevalenza” di uno sugli altri. Esso è importante per la deducibilità dei costi aziendali.

Scelta della forma giuridica. Spesso quest’ultima ricade su quella che “sulla carta” comporta meno costi: al fisco, riparto utili, forma di responsabilità, etc. E tralasciando invece quelle che sono le proprie personali necessità (lavorative, ovviamente). Questo perché in linea di principio ogni imprenditore ha esigenze e peculiarità personali che travalicano i semplici format giuridici previsti dal legislatore.

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