Pandemia, inflazione e curve dei rendimenti: dalla conferma degli scenari alle prospettive future

curva dei rendimenti

Ancora una volta gli scenari attuali e futuri in materia di finanza internazionale paiono scanditi da tre paradigmi, che sono ormai diventati una costante nell’analisi degli scenari.

Pandemia, dinamiche dell’inflazione e riflessi su tassi e curve dei rendimenti rimangono le principali variabili da monitorare, anche per comprendere se siano state centrate precedenti previsioni e quali siano gli scenari futuri, che dobbiamo attenderci.

Facciamo quindi il punto della situazione in questo articolo, domandandoci però anche quale rapporto vi possa essere tra queste indicazioni, di tipo macro, e le analisi tecniche di medio e lungo termine, già formulate.

Pandemia, inflazione e curve dei rendimenti: dalla conferma degli scenari alle prospettive future

Partiamo quindi da una constatazione evidente, la conferma degli scenari come da noi descritti in precedenti occasioni.

La nostra analisi di oggi prende infatti le mosse soprattutto da un precedente articolo, in cui avevamo formulato alcune proiezioni, che possiamo oggi ritenere pienamente confermate dai fatti.

Nonostante molti analisti abbiano continuato, almeno per gran parte dell’anno in corso, a mettere l’accento sulle dinamiche dell’inflazione, quale elemento sostanziale da considerare, già in precedenti analisi, che risalgono allo scorso giugno, come infatti espresse in questo articolo, avevamo evidenziato invece altri fattori. Fattori che avrebbero principalmente impattato sulle dinamiche della società e dei mercati finanziari. E, come indicava il titolo dell’articolo sopra linkato, no, non si sarebbe trattato dell’inflazione.

Sulla base di diversi elementi, che malauguratamente hanno confermato le proiezioni, era stata da parte del sottoscritto prevista una recrudescenza della pandemia, nonostante le campagne di vaccinazione in corso, ed il conseguente rischio che eventuali misure di politica monetaria restrittiva potessero essere prese sbagliando le tempistiche.

In tal senso il rischio era quindi duplice.

Modificare la stance di politica monetaria, con nuovi rischi pandemici in corso, e quando l’economia, a causa di questi ultimi, rischiasse semmai una significativa decelerazione della nuova fase di crescita.

Tale scenario andava considerato, unitamente ad una conferma dell’iniziale analisi della FED e della BCE, relativamente alle dinamiche del fenomeno inflattivo.

Il tutto, ovviamente senza disconoscere i problemi posti dall’inflazione, anche di tipo transitorio, in molti settori della società.

Nell’articolo, sopra menzionato, veniva sottolineato anche il rapporto tra un particolare indicatore economico ed una delle principali dinamiche dei mercati finanziari, soprattutto in riferimento al comparto azionario.

Il vero discrimine tra la continuazione di un mercato in continuo rialzo e la sua interruzione doveva essere ricondotto, quanto all’aspetto macro, ad alcune importanti curve dei rendimenti, in primis quella statunitense.

Ma anche quella tedesca.

Conferma degli scenari

Come dicevamo, tali scenari sono stati effettivamente confermati.

La pandemia sta dispiegando tutti i suoi effetti, tanto da indurre a misure addirittura più drastiche di quelle assunte nel corso del 2020.

E anche tale circostanza è perfettamente in linea con quanto da noi previsto dal punto di vista epidemiologico. Anche sulla base delle caratteristiche del virus e dei limiti di efficacia delle campagne di vaccinazione, non fosse che in termini temporali.

Ma un altro fattore si sta rivelando confermato, le indicazioni delle curve dei rendimenti.

Curva USA e tedesca: cosa ci rivelano?

Su queste due importanti curve dei rendimenti si stanno scaricando i timori, chiaramente espressi sul mercato dei titoli di Stato, di economie che stanno rischiando quanto meno un rallentamento.

Non siamo ancora in una situazione di inversione della pendenza, se non su alcuni tratti a medio e lungo termine. Indicazione che crisi recessive sono previste solo in tale ottica di riferimento temporale. Ma sta diminuendo la pendenza rialzista della curva e si stanno manifestando tipiche conformazioni che denotano tensioni.

Altro importante elemento, questa volta relativo alle proiezioni in materia di dinamica dei tassi e dell’inflazione, l’impostazione complessiva della curva attuale rispetto a precedenti periodi.

Analizziamo quindi nei particolari le due curve.

La curva USA

Procediamo quindi con il seguente grafico, relativo alla curva dei rendimenti USA.

Curva USA

Il tratto evidenziato dalla freccia rossa indica una inversione sulle scadenze dalla ventennale. A significare una segmentazione, rispetto al precedente tratto rialzista, espressione quindi di tensioni finanziarie. Il mercato non esclude, quindi, una futura inversione economica. Al momento, però, in ottica di breve e medio, viene proiettata una dinamica rialzista, ma in rallentamento.

Tale rallentamento è indicato da un elemento quantitativo, costituito dalla diminuzione complessiva della pendenza della yield curve tra la scadenza semestrale e quella trentennale,

Infatti la curva di un mese fa, in rosso sul grafico, presentava una differenza di rendimento pari a 2,01. Tutto ciò a fronte di una differenza della curva attuale, in blu, pari a 1,84.

Una forma, quindi, di appiattimento.

Altrettanto importante la dinamica, evidenziata dalle frecce blu. Notiamo, in tal senso, che la linea attuale blu sta superando al ribasso quella rossa su un tratto significativo. Segnale che esprime una dinamica ribassista dei rendimenti e sulle prospettive dell’inflazione.

In sintesi, la curva esprime una proiezione di un’economia in fase di rallentamento e conseguenti dinamiche legate alla temporaneità del fenomeno inflattivo.

Curva tedesca

Ed ecco, invece, il grafico della curva tedesca.

Curva Germania

In questo caso, alcuni segnali sono ancora più evidenti, a partire dal superamento ribassista della curva di un mese fa da parte di quella attuale.

Infatti la curva tedesca presenta questo elemento lungo l’intero tratto della curva, a differenza di quanto verificatosi su quella statunitense.

Ed anche tale elemento potrebbe aver contribuito ad un atteggiamento più prudente da parte della BCE.

Non pare certo, infatti, un’impostazione favorevole alla tesi di un rialzo strutturale dei tassi e dell’inflazione.

Questo elemento è contrassegnato dalla freccia blu. La freccia rossa evidenzia come su un tratto della curva stiamo assistendo ad una inversione ribassista, rispetto alla precedente pendenza rialzista. Segno di una configurazione segmentata, che esprime dubbi e tensioni economiche per il futuro, anche se nell’ambito di un quadro ancora complessivamente rialzista.

Ma la pandemia, tornata pesantemente alla ribalta mediatica di paesi, come la Germania, sta incidendo anche su un complessivo fenomeno di appiattimento.

La pendenza complessiva lungo l’intera estensione della curva è infatti passata dallo 0,94 dello scorso mese all’attuale 0,846, espressione, anche in questo caso, di una prospettiva che teme un rallentamento.

Il rapporto con le indicazioni tecniche di medio e lungo termine

Ma come si rapporta tale quadro prospettico con le indicazioni provenienti dall’analisi tecnica?

Per rispondere a questa domanda, occorre in primis tener conto che, solitamente, le analisi tecniche tengono conto di due elementi, proiezioni e trend in corso. Per completezza di informazione, sono spesso delineati sia i target in tempo e prezzo, in linea con il trend in essere in quel momento, sia quelli relativi ad ipotesi di inversione del trend. Nella situazione attuale, il trend di medio e lungo, secondo quanto indicato in precedenti occasioni, a mio avviso continua ad essere rialzista, salvo cedimento di alcuni riferimenti supportivi.

E sinora le curve dei rendimenti esprimono non tanto una dinamica da inversione, quanto piuttosto una configurazione, che sui mercati tende ad esprimersi maggiormente in forme correttive di breve e medio, peraltro già in atto.

Ovviamente non può essere escluso a priori un peggioramento della situazione e di quanto manifestato dalle curve dei rendimenti. Ma sarebbe prematuro parlarne, prima che tali segnali si manifestino. Sul piano tecnico, occorre monitorare alcune soglie rilevanti per il lungo termine, e sul piano macro, le curve dei rendimenti dovrebbero esprimere determinati segnali.

Infine, per concludere su tema “Pandemia, inflazione e curve dei rendimenti: dalla conferma degli scenari alle prospettive future”, occorre ricordare che la conformazione, relativa alle curve dei rendimenti, anteriormente alla discesa dei mercati nei primi mesi del 2020, era comunque diversa, presentando ben precise connotazioni, anche queste evidenziate nell’articolo sopra linkato.

Al momento non possono essere escluse improvvise reazioni emotive sui mercati, legate essenzialmente alle notizie sulla pandemia, ma non vi sono ancora i segnali per affermare che da queste scaturisca una inversione di lungo termine.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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