Oro: quadrato del massimo e livelli astrali

ProiezionidiBorsa

In questo articolo analizziamo l’oro applicando, innanzi tutto, la tecnica del quadrato del massimo.

Segue quindi l’individuazione di livelli di supporto e di resistenza, basati sulla trasformazione delle posizioni astrali dei pianeti, secondo una mia personale reinterpretazione del cosiddetto algoritmo di trasformazione planetaria.

Il seguente grafico consente la proiezione del quadrato del massimo assoluto raggiunto dall’oro.

Nella prima parte del grafico, a sinistra, è evidente un importante range temporale che, analizzato tramite la funzione righello, evidenzia i seguenti dati:

range minimo massimo 1669

intervallo temporale 144 mesi.

Pertanto: 1669/144, da cui otteniamo 11,59.

Quindi dividiamo il massimo assoluto 1921 per 11,59,da cui ricaviamo 165,7, arrotondato a 166.

Suddividiamo quindi questo valore temporale per 4 ed otteniamo setup che, proiettati a partire dal massimo, hanno la probabilità di corrispondere a punti di minimo e di massimo.

Infatti questo si verifica per i primi 2 setup.

Il primo corrisponde ad un massimo ed il secondo approssima un minimo.

Prossimo setup dicembre 2021.

Gann ed astrologia.

Gann si era occupato anche di astrologia, cercando di correlare le posizioni planetarie, indicate nelle effemeridi, con le dinamiche dei mercati finanziari.

Questo tipo di analisi può essere condotto da due diversi punti di vista.

Analizzare le posizioni dei pianeti nel loro rapporto reciproco, in modo da individuare tipici pattern basati sul rapporto angolare tra corpi celesti, ad esempio rapporti di quadratura, sestile, etc., oppure cercare di trasformare la posizione dei pianeti in livelli di prezzo, che rappresentano supporti se sotto il prezzo corrente, o viceversa resistenze.

La posizione dei pianeti viene espressa in gradi all’interno di un settore del cielo di 30 gradi, denominato segno astrale, come pesci, sagittario etc.

Occorre anche considerare che il cielo astrale va considerato in senso antiorario.

Pertanto, un pianeta che, ad esempio, si collochi a 15 gradi nel segno del toro, corrisponde ad un angolo di 45 gradi, 30 gradi sono quelli del primo segno, ariete, cui si sommano i 15 del secondo segno, essendo il primo segno alla sinistra dell’ariete.

Definire comunque la posizione dei pianeti è molto facile, tramite le effemeridi.

Ma a questo punto, occorre trasformare questa indicazione in un livello di prezzo.

Il metodo originario di Gann era il seguente: per prezzi sino a 360 unità, dollari piuttosto che cent, semplicemente trasformava la posizione planetaria in un prezzo corrispondente, quindi 30 gradi equivaleva a 30 dollari, cent etc.

Se l’asset analizzato quotava più di 360, considerava per quante volte fosse divisibile la quotazione per 360 e quindi aggiungeva, al numero di volte in cui la quotazione fosse perfettamente divisibile per 360, la posizione in gradi.

Esempio: l’asset quota 420.

420/360 conduce a 1,16, quindi togliamo il resto dopo la virgola, ed otteniamo 1.

Quindi 1 X 360 conduce a 360, cui bisogna aggiungere la posizione del pianeta.

Se ad esempio la posizione fosse quella di sopra, 15 gradi in toro, cioè 45 gradi, otteniamo 360 + 45, da cui 405.

Un altro esempio: un asset quota 750.

Quindi 750/360 porta ad un risultato di 2,08, pertanto consideriamo solo il 2, quindi 2X360 fa 720, cui aggiungiamo i 45 gradi, da cui 765.

Ma questo metodo, se poteva andare bene ai tempi di Gann, presenta alcuni problemi ai giorni nostri.

Infatti abbiamo a che fare con quotazioni anche di gran lunga superiori alle centinaia di unità dei tempi di Gann.

Pertanto un livello di prezzo di 765 rappresentava ai tempi di Gann una maggiorazione del 2 per cento rispetto ad un asset che quotava 750, e poteva avere un senso.

Ma proviamo a considerare un asset che quoti 75000 e ad applicare il medesimo metodo.

75000/360 porta a 208,33, quindi 208 X 360 conduce a 74880.

Quindi proviamo ad aggiungere ancora i 45, ed otteniamo74925, che non rappresenta più una maggiorazione del 2 per cento, ma solo dello0,06 per cento.

Intuitivamente si comprende che probabilmente questo prezzo non è certo significativo.

Del resto, non avrebbe neppure senso moltiplicare il tutto per 100.

Infatti dovremmo aggiungere non 45, ma 4500, che porta a79380, che rispetto a 74880 rappresenta ben il 6 per cento in più.

E’ quindi evidente un problema di scala, che spesso si ritrova nell’affrontare l’applicazione operativa delle tecniche di Gann.

E quindi, che si fa?

Ho personalmente risolto questo problema, elaborando un algoritmo di trasformazione planetaria, idoneo a convertire la posizione dei pianeti su qualsiasi asset, sia che abbiano una quotazione di centinaia, che di migliaia o centinaia di migliaia.

Proviamo ad applicare tale algoritmo alle posizioni planetarie sull’oro.

Otteniamo, per oggi, i seguenti risultati.

Di seguito per ogni pianeta indico il corrispondente livello assunto, applicando il mio algoritmo di trasformazione planetaria in prezzi.

PIANETI

URANO 1099

MARTE 1107

GIOVE 1255

SATURNO 1272

PLUTONE 1275

VENERE 1282

LUNA 1290

SOLE 1309

NETTUNO 1311

MERCURIO 1320.

Possiamo andare a verificare se questi prezzi siano significativi o meno, confrontandoli con le quotazioni del metallo giallo.

Sulla barra mensile in corso il massimo è 1315 ed il minimo 1290.

Notiamo che a 1311 si trova Nettuno, che rappresenta quindi un supporto, ed a 1290 si trova esattamente il riferimento della Luna.

Ma sul settimanale la barra appena conclusa ha aperto a 1329, una quotazione prossima a Mercurio, che quota a 1320.

Ma anche sul giornaliero troviamo interessanti coincidenze, ad esempio il primo marzo ancora una volta con un minimo a 1290, corrispondente al riferimento lunare, e con apertura e massimo prossimi a 1315, in prossimità del riferimento nettuniano.

Possiamo quindi ben dire che questo algoritmo di trasformazione planetaria, superando le difficoltà applicative del metodo originario di Gann, riesca a trovare livelli di riferimento rilevanti anche per asset con quotazioni ormai anche molto distanti da quelle dei tempi di Gann.

 

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
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