Oro e petrolio segnali di alert per le Borse

Oro e petrolio segnali di alert

Oro e petrolio segnali di alert per le Borse? 

Sappiamo che l’oro per la maggior parte del tempo traccheggia e spesso addirittura accompagna le Borse nelle loro escursioni di breve.

Da pochi giorni invece l’oro ha decisamente rotto gli indugi e, ignorando le incertezze dei mercati azionari, lo ha fatto al rialzo.

Proprio le tensioni internazionali hanno dato il là a un nuovo impulso verso il metallo giallo, bene rifugio per eccellenza.

Ricordiamo che come bene rifugio l’oro è spesso preso in considerazione nelle fasi di crescita dell’inflazione oppure…

Ma in questo momento sia negli USA che in Europa l’inflazione non c’è…

Almeno per il momento…

Sembra dunque che l’oro ci stia anticipando, quasi dicendo qualcosa.

Possiamo fare due ipotesi.

La prima è che le Banche centrali stanno per inondare i mercati di nuova liquidità e, visto che specie in America il ciclo economico è già forte, uno scatto dell’inflazione sarebbe, nel caso, logica conseguenza.

Oro e petrolio segnali di alert. Oro forte con le Borse in crollo

…Oppure l’oro ci sta dicendo che a breve molti si attendono un crollo delle Borse e che semmai sarà questo evento a smuovere FED e BCE.

Quindi gold come bene rifugio rispetto all’equity.

Nonostante  alcuni analisti propendano per questa seconda ipotesi personalmente prediligo la prima, con le seguenti percentuali: 70% per l’inflazione e 30% per il crollo delle Borse.

E vi spiego perché.

Tra i vari indicatori compositi creati negli anni ve ne è uno che si chiama Panic Indicator.

All’interno del Panic Indicator vi sono diverse componenti: una di queste è la variazione dell’oro.

Ebbene il comportamento tipico dell’oro nelle fasi di panico sull’azionario è il seguente: nei primi 1 o 2 anche 3 giorni esso segue le Borse poi improvvisamente, capito che non è il solito ribassino, improvvisamente si accende.

Da quel momento sale fortemente complice proprio il suo ruolo di bene rifugio.

E’ chiaro che nel tempo i comportamenti tendono a mutare per cui stavolta, come accaduto in passati remoti, il metallo giallo potrebbe avere deciso di precorrere i tempi.

Stando però alle dinamiche tipiche del nuovo millennio possiamo pensare che sia più un movimento di protezione dall’inflazione, che gli atteggiamenti accomodanti della Banche centrali fanno temere, che non altro.

Oro e petrolio segnali di alert. Petrolio in forte ritracciamento

I prezzi del petrolio viceversa, dopo un avvio di 2019 in accelerazione, hanno invertito bruscamente da qualche settimana con un calo di oltre il 15% dai picchi con una punta anche oltre il -20%.

Ieri abbiamo scritto in merito  annotando questo movimento come correlato alle preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale anche dovuto alla guerra sui dazi.

Fermo restando l’impatto dell’eccesso di offerta in contrapposizione al grande sviluppo delle energie alternative.

Oro e petrolio: un’abbinata sospetta

Quello che riteniamo interessante invece è verificare l’impatto di quando queste due dinamiche di oro e petrolio si sono combinate.

Ebbene solo tre volte negli ultimi decenni l’oro è cresciuto oltre il 5%nel mentre il petrolio precipitava dell’8% e oltre.

Grazie a uno studio del famoso Hedge Fund Crescat Capital notiamo due di queste combinazioni si sono realizzate nel post  anno 2000: una poco prima delle scoppio della bolla della New Economy e l’altra nel 2007!

Il report però poi prosegue indirizzando verso il ribasso le Borse sulla scia di un ipotetico rialzo da parte della FED nel tagliare i tassi rispetto al ciclo economico USA e qui non siamo assolutamente.

Tanto più che il fondo ha dominato nel 2018 grazie al ribasso di fine anno ma ora nel 2019 sta soffrendo proprio la stessa impostazione ribassista che pare quasi promuovere.

Le Borse hanno margini per tenere

L’apertura delle Banche centrali è ormai da anni la migliore barriera protettiva contro le voglie dei ribassisti che non si accontentino di qualche sporadico e contenuto(rispetto ai veri crolli) ritracciamento

Oltre a questo considerare sopravvalutato l’S&P 500 che conta un prezzo / utili (p/e) di 17,4, in linea con la media storica di circa 16 è senz’altro eccessivo.

Per carità per riallinearsi ci può stare un calo anche dell’8% ma stiamo parlando di un ipotesi al momento non ravvisabile.

Proprio la annunciata rapida disponibilità della FED fa sì che nessuno voglia rischiare di ritrovarsi col cerino degli scoperti in mano quando la Banca centrale agirà.

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