Oro: adesso si punta a 2mila dollari

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Dopo aver superato quota 1.500 dollari l’oncia (alle 12.30 era a 1.530 dollari), le previsioni sull’oro parlano adesso di un prossimo step a 2000.

Cosa spinge il rally

L’ormai onnipresente guerra dei dazi dei dazi tra USA e Cina ed il conseguente (ma sarebbe meglio dire parallelo) rallentamento globale è senza dubbio uno dei più forti motivi di preoccupazione per gli investitori. Preoccupazioni che hanno riacceso l’interesse per i bond con la conseguenza di un progressivo annullamento dei rendimenti, tanto che adesso circa un terzo delle emissioni offre rendimenti negativi.

Ma a prescindere dall’andamento delle quotazioni, tutti i portafogli ben strutturati hanno bisogno di avere la presenza del metallo giallo tra gli asset. Se non altro come ruolo di bene rifugio in casi di tempesta.

Le previsioni sull’oro

Una presenza che, orientativamente, dovrebbe oscillare tra il 3% e il 5% a seconda del tipo di portafoglio organizzato ma anche della strategia adottata per farlo fruttare. Ma la percentuale potrebbe anche cambiare in casi particolari. Magari proprio quando la geopolitica con le tensioni internazionali di Hong Kong-Usa-Cina si vanno ad intrecciare con quelle Usa-Iran. Per motivi come questi si stanno moltiplicando le previsioni di un oro in aumento anche forte. Goldman Sachs parla di 1600 dollari l’oncia nei prossimi sei mesi, mentre Bank of America Merrill Lynch si spinge addirittura a 2000 dollari l’oncia entro due anni.

La view di Merrill Lynch

Proprio per Merrill Lynch ci sono alcuni titoli utili, degni di un Buy per proteggersi contro la volatilità. Agnico Eagle Mines Ltd., una società canadese di estrazione dell’oro ed esplorazione, che produce metalli preziosi dal 1957. Le sue otto miniere si trovano divise tra Canada, Finlandia e Messico, con attività di esplorazione e sviluppo anche in ciascuna di queste regioni come negli Stati Uniti e in Svezia. Il buy non è stato di certo influenzato dal dividendo che non supera lo 0,81% ma per Merrill il target è di $ 67,50 su un consensus di Wall Street pari a $ 63,08.

I big dell’oro

Per chi invece vuole andare sul sicuro, Merrill Lynch consiglia Newmont Goldcorp (NEM), una delle più grandi compagnie minerarie. Il motivo? Gli investitori più conservatori potrebbero vederla come una sorta di assicurazione sia in virtù del fatto che è l’unico produttore di oro presente nell’indice S&P 500, ma soprattutto per la sua diversificazione. Gli operai, infatti, sono distribuiti tra Stati Uniti, Australia, Ghana, Perù, Indonesia e Suriname.

Approfondimento

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