Oltre alla polizza sulla vita vedove e figli non pagherebbero tassa di successione sull’eredità di questi risparmi

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Entro un anno dal passaggio ereditario, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate per calcolare le imposte dovute sul patrimonio ereditato. Queste vengono calcolate sulla differenza tra crediti e debiti del de cuius e sono sottoposte a franchigia per i parenti più stretti.

Nello specifico, questa è pari a 1.000.000 di euro per coniuge e figli e a 100.000 euro per fratelli e sorelle. I beni che confluiscono nell’asse ereditario e che potrebbero essere erosi dalle tasse sono numerosi. Rientrano in questa categoria gli immobili, i beni mobili di lusso, il denaro depositato su conto bancario o postale, così come le partecipazioni societarie. Tuttavia, sono state previste dal legislatore alcune fattispecie per cui la tassa di successione non è dovuta.

Oltre alla polizza sulla vita vedove e figli non pagherebbero tassa di successione sull’eredità di questi risparmi

È il caso, ad esempio, della polizza assicurativa sulla vita. Infatti qualora il defunto avesse stipulato un’assicurazione sulla vita, le somme erogate non rientrano nell’asse ereditario. Anche gli eredi indiretti, che non godono delle franchigie descritte, non saranno così chiamati a pagare imposte di successione. Questo consente agli eredi non solo di non pagare imposte di successione, ma anche di rinunciare eventualmente all’eredità senza perdere il diritto di godere del pagamento dell’assicurazione.

Sono esclusi dal conteggio delle imposte di successione anche i titoli di debito pubblico, come ad esempio i titoli di Stato.

La stessa esenzione si prevede anche per i meno noti Piani Individuali di Risparmio.

Infatti, oltre alla polizza sulla vita vedove e figli non pagherebbero tassa di successione sull’eredità di questi risparmi.

Che cosa sono i PIR e quali vantaggi riservano

L’Agenzia delle Entrate ha definito i PIR come “contenitori fiscali” cui destinare il risparmio privato, che raccolgono attività finanziarie di varia natura.

Se le attività finanziarie di cui sono composti rispondono, secondo percentuali prestabilite, ad imprese nazionali o europee operanti sul territorio italiano, di piccole e medie dimensioni, l’investimento gode di 2 importanti vantaggi fiscali.

Allo scopo di favorire l’investimento nei PIR agevolando il sistema imprenditoriale italiano, gli investitori che mantengono gli investimenti per almeno 5 anni non pagano imposte sui relativi rendimenti.

Inoltre al momento del passaggio ereditario i valori investiti nei PIR non devono essere assoggettati all’imposta sulle successioni.

Per alcune categorie di PIR la legge di Bilancio 2021 ha poi riconosciuto all’investitore un credito d’imposta. Questo è pari ad eventuali minusvalenze derivanti dagli investimenti effettuati al 31 dicembre 2021, a condizione che gli stessi siano detenuti per almeno 5 anni.

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