Occupazione USA: scalda i mercati ma in realtà nulla è cambiato. Piena occupazione: i tassi di interesse saliranno ancora  

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Era da un bel po’ di tempo che alle fatidiche 14,30 ora italiana non si vedeva uno “sparone” di prezzi sui dati. Nulla di eclatante ma oggi ne abbiamo avuto un assaggio.

Che è successo? Sono usciti i dati sull’occupazione negli USA. Vediamoli estraendo i più significativi:

    Retribuzione oraria media (annuale) (Annuale) (Set) 2,8% 2,8% 2,9%
    Salario orario medio (Mensile) (Set) 0,3% 0,3% 0,3%
    Media di Ore Settimanali (Set) 34,5 34,5 34,5
    Buste paga del settore manifatturiero (Set) 18K 12K 5K
    Buste paga del settore non agricolo (Set) 134K 185K 270K
    Tasso partecipazione (Set) 62,7% 62,7%
    Libri paga non agricoli privati (Set) 121K 180K 254K
    Saldo della bilancia commerciale (Ago) -53,20B -53,40B -50,00B
    Tasso di disoccupazione U6 (Set) 7,5% 7,4%
    Tasso di disoccupazione (Set) 3,7% 3,8% 3,9%
    Variazione nel livello di occupazione (Set) 63,3K 25,0K -51,6K

 

Vediamo un calo delle buste paga del settore non agricolo ben superiore alle attese già viste in diminuzione: 134k vs 185K e con un precedente a 270k…allarme dunque?

Pare di no infatti il tasso complessivo di disoccupazione è ulteriormente sceso a 3.7% vs 3.8% e con un dato di agosto al 3,9% e pure il livello di occupazione ha battuto le attese attestandosi a 63.3k quasi tre volte il 25 k del consensus.

Ergo sui mercati 0-0- Nel senso che magari dapprima hanno reagito con vigore rialzista per “festeggiare” il dato di rallentamento che poteva significare una FED più morbida rispetto ai programmi di stretta monetaria annunciati.

Poi riguardando l’insieme dei numeri usciti gli operatori si sono resi conto che complessivamente sono emersi fattori in grado di dare ulteriore spinta agli intendimenti di Powell e soci , ergo i listini sono andati rapidamente a ritoccare i minimi di giornata.

La disoccupazione al 3.7% infatti è dato straordinario. Tanto per intenderci il migliore dal 1999 e facciamo fatica a rintracciare i dati precedenti. Siamo comunque in quella che si definisce piena occupazione.

Sono numeri che fanno riflettere visto che, mentre in Italia così come in altre nazioni europee nel post crisi sub-prime, la disoccupazione si è attestata sui massimi storici senza più scendere significativamente, negli States, rispetto al picco del 2010 quando raggiunse il 9,7%, siamo scesi di quasi due terzi: un altro mondo!

Un economia talmente forte che lascerà deluso  chi sperava che la FED potesse accontentare Trump e almeno rimodulare i prossimi interventi sui tassi di interesse .

Con una situazione economica così florida ben difficilmente vedremo la Banca Centrale accontentarsi.

I tassi saliranno ancora.

Tanto più che anche la bilancia commerciale di agosto, nonostante già in estate Trump sbraitasse di dazi , si enuncia meglio delle aspettative e rafforza la potenza americana nel mondo.

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