Nuova crisi per il petrolio? I titoli che si salvano

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Le tensioni in Medio Oriente stanno pesando sui mercati petroliferi, tanto da far temere una nuova crisi per il  petrolio. In realtà, però, il fattore determinante sarà un altro. Ci sono, però, dei titoli che potrebbero salvarsi.

Nuova crisi per il petrolio?

Continua il calo del greggio con il Brent che arriva a 58,8 e il Wti poco sopra i 53 dollari al barile. Calo che si riprende solo con pochi, sporadici rialzi in occasioni di notizie estemporanee. Ma a differenza di quello che si potrebbe pensare, a rendere le cose più difficili non è l’acuirsi delle tensioni internazionali, in primis la situazione tra Turchia e Siria. In realtà l’elemento determinante in tutti questo sarà la situazione economica globale. In particolare gli equilibri di domanda e offerta derivanti dall’andamento delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e Cina. In arrivo, dunque, una nuova crisi per il petrolio?

L’andamento del petrolio

Negli ultimi 12 mesi, i prezzi del greggio Brent sono scesi in continuazione rispetto al massimo di circa $ 84 al barile. Non solo, ma queste stesse quotazioni si sono stabilizzate in gran parte grazie ai produttori OPEC e non OPEC e alla loro politica di tagli alla produzione decisa alla fine del 2016. Il problema, però, si è riproposto sotto forma di eccesso di offerta con il ritorno sulla scena dello scisto statunitense. Proprio in corrispondenza di un calo della domanda causato dal rallentamento economico mondiale. In altre parole: le stesse cose viste nel 2014. Ma ci sono titoli su cui puntare per aver le spalle coperte.

I titoli che superano una (eventuale) crisi

Esistono alcuni titoli che, però, si salvano dalla possibile debacle. Un nome è quello di ConocoPhillips (COP). Il motivo è molto semplice: la compagnia mostra prudenza quando gli altri puntano al rischio. E viceversa. Infatti ConocoPhillips ha un portafoglio diversificato in Alaska, Canada, Regno Unito, oltre a Stati Uniti, Indonesia, Norvegia, Qatar e Malesia. Una strategia industriale che gli permette di preservare il suo dividendo oltre il 2%.

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