Novità pensioni nel 2021 anche con contribuzione piena

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Le novità sulle pensioni inserite nella Legge di Bilancio 2021 riguardano in particolare la proroga dell’Opzione Donna, dell’APE Sociale e della possibilità di accedere alla contribuzione piena. In effetti, sono state riconfermate due misure pensionistiche già esistenti e maggiore copertura per i lavoratori che svolgono lavori part-time. Verifichiamo nel dettaglio tutte le novità pensioni nel 2021 anche con contribuzione piena.

Proroga Opzione Donna e APE Sociale nel 2021

La prima novità riguarda la proroga dell’Opzione Donna, che permette alle lavoratrici di lasciare il lavoro anticipatamente. Questa misura è considerata penalizzante perché calcolata interamente con il sistema contributivo. Possono accedere alla pensione Opzione Donna, le lavoratrici nate nel 1962 (se dipendenti) oppure nel 1961 (se autonome). Entrambe devono aver maturato 35 anni di contributi utili. Invece, i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2020.

Inoltre, bisogna precisare che, per raggiungere il requisito dei 35 anni di contributi, è possibile utilizzare il cumulo dei contributi gratuiti oppure la ricongiunzione onerosa. Sono validi anche i contributi da riscatto, ad esempio, il riscatto del corso di laurea, eccetera.

La seconda novità sulle pensioni riguarda l’APE Sociale che sarà rinnovata anche per il 2021. Le condizioni non cambiano e restano le stesse del 2020. A questa tipologia di pensione possono accedere i lavoratori che hanno maturato 63 anni di età, e un’anzianità contributiva di 30 o 36 anni, in base al profilo di tutela. Questa misura prevede tre finestre temporali per presentare la domanda: 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre 2021.

Novità pensioni nel 2021 anche con contribuzione piena

La terza e ultima novità in campo pensionistico, riguarda la copertura con contribuzione piena per i lavoratori con contratti part – time verticale.

Questa novità è molto importante soprattutto per coloro che hanno lavorato pochi mesi l’anno, perché comunque potranno ottenere 52 settimane utili per il diritto alla pensione. L’unica condizione è che  il lavoratore non deve avere una retribuzione sotto il livello minimale.

In altre parole, il lavoratore, in base anche alla carriera lavorativa, può accedere alla pensione anticipatamente così come previsto dalla normativa fino ad oggi.

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