Nonostante il QE l’inflazione non si muove, come mai?

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L’incremento della massa monetaria (M) disponibile dovrebbe nella normalità del

M x V = P x Q

trasformarsi in

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M x V = P x Q

Basterebbe che gli altri tre fattori identificati da Fischer fossero rimasti fermi al dato di partenza di inizio QE per avere assistito a fenomeni inflattivi non dico anni 70 ma certamente più robusti rispetto al primo decennio del nuovo millennio nel quale il trend inflazionistico è stato tenuto in riga  da Greenspan, Trichet e soci.

-velocità degli scambi V

-livello generale dei prezzi

-quantità dei beni e servizi messi a disposizione
nella realtà invece si sono mossi con modalità nuove rispetto al passato e questo è stato il risultato.

M x V = P x Q

Dato per stabile il livello dei prezzi P ( e vorrei vedere con tutti gli sforzi fatti per raggiungere questo scopo)  si sono mossi gli altri due fattori della formula.

Le aziende che sono sopravvissute alla crisi hanno man mano ripreso a produrre e di conseguenza Q è lievitato anche grazie alla graduale ripresa dei consumi.

Proprio in questa gradualità troviamo la risposta a cosa  ha riequilibrato la massa M messa a disposizione delle banche centrali, vale a dire il crollo di V: la velocità degli scambi.

L’irrigidimento dei processi di credito una maggiore prudenza dei cittadini post crisi hanno prodotto quasi involontariamente ( se non sommerse da insoluti le banche certo non avrebbero cambiato politica) una crescita più armoniosa con i dati dell’inflazione costantemente sotto controllo.
Se per l’Europa le difficoltà di accedere al credito e di conseguenza dare slancio alla velocità degli scambi sono state costantemente evidenti e implicite nelle criticità man mano evidenziatesi in area UE,  negli Stati Uniti lo stesso esito nella gestione dell’inflazione ha del miracoloso.

Portare un ciclo economico a un PIL di circa 4% con disoccupazione al 4% è fenomeno che passerà ai libri di storia economica e che ora non viene valutato per quel che è per lo scarso appeal internazionale del Presidente in carica e  perché le ferite della crisi sub-prime non sono ancora rimarginate totalmente, probabilmente per segreti reconditi nei meandri più segreti della grandi banche che pure hanno goduto di un QE a 360° ben più incisivo di quello europeo.

In ogni caso un periodo di crescita sostenibile, e negli Stati Uniti virtuosa, che merita di essere analizzato e capito per eventualmente essere riprodotto nei paesi che invece non riescono ad uscire dal tunnel della crisi.

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