Non una dieta da fame ma poche calorie in meno salvano da obesità e malattie cardiovascolari

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Quando si parla di obesità non si parla di una piccola fetta della popolazione. Anche in un Paese dedito alla dieta mediterranea, come l’Italia, il problema comprende il 2,3% della popolazione, ovvero circa un milione di persone. L’obesità porta con sé una serie cospicua di gravi problematiche per la salute, tra cui la più evidente è una predisposizione alle malattie cardiovascolari. Spesso risolvere il problema sembra un vero miraggio. Un’impresa ad appannaggio dei pochi che riescono a sostenere regimi alimentari rigidissimi e allenamenti insostenibili, per i più. Per questo sorprende positivamente quanto svelato dalla scienza: che non una dieta da fame ma poche calorie in meno salvano da obesità e malattie cardiovascolari. La scoperta è merito di alcuni ricercatori dell’American Heart Association. Questi studiosi hanno portato avanti una ricerca su alcuni soggetti obesi, di cui hanno pubblicato gli incoraggianti risultati sulla rivista “Circulation”.

Non una dieta da fame ma poche calorie in meno salvano da obesità e malattie cardiovascolari

L’obesità e la conseguente predisposizione alle malattie cardiovascolari sono problematiche che riguardano tutti, in particolare gli over 65. Per questo lo studio dei ricercatori della American Heart Association si è concentrato su questa fascia di età. Lo scopo della ricerca era rilevare i risultati di una lieve sottrazione calorica nella dieta quotidiana di un obeso, abbinandola a un leggero esercizio aerobico.

Il primo risultato è stato che abbassare l’apporto calorico aiuta a migliorare la rigidità arteriosa di questi soggetti. Il secondo (e sconcertante) risultato è stato che una diminuzione lieve delle calorie ha effetti maggiori di un taglio drastico.

Parlando di numeri, i risultati dicono che è meglio un taglio giornaliero di 200 calorie rispetto a un taglio di 600 calorie. I ricercatori hanno riscontrato un impatto nettamente positivo sulla salute dell’aorta, grazie all’unione tra movimento e (lieve) taglio calorico.

Lo studio nel dettaglio

La ricerca ha preso come campione 160 soggetti obesi, tra i 65 e i 79 anni. Il campione è stato poi diviso in tre diverse categorie. La prima seguiva un regime di allenamento. La seconda abbinava all’allenamento una restrizione calorica di 200 calorie. La terza abbinava all’allenamento una restrizione calorica di 600 calorie.

Dopo 5 mesi, il secondo gruppo è risultato quello con maggiori benefici in termini di distensione della rigidità aortica: il 21% in meno. Il terzo gruppo, sebbene abbia raggiunto una sensibile diminuzione del peso corporeo, non ha eguagliato i dati del secondo in termini di benefici cardiovascolari. Questo studio è vitale per dare speranza a chi combatte contro l’obesità.

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