Non tutta la birra è uguale ed ecco cosa scegliere tra birra artigianale e birra commerciale

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Bere birra è un piacere, soprattutto se ad accompagnarla è una buona pizza. Noi italiani non abbiamo una grande tradizione in fatto di birre. Lo dimostra, per esempio, il fatto che solo in Italia esiste la birra “doppio malto”, una trovata pubblicitaria (la birra al doppio malto non ha un doppio malto, non ha un gusto o uno stile particolare). Eppure la compriamo, con fare da intenditori. Il vino certamente è da noi più apprezzato e sappiamo bene come individuare il buon vino anche attraverso piccoli trucchi.

Eppure anche noi sappiamo riconoscere una buona birra da una scadente, una rossa da una bionda o da una scura. Bere birra è un piacere, ma non tutta la birra è uguale ed ecco cosa scegliere tra birra artigianale e birra commerciale. Da qualche anno infatti si possono trovare abbastanza facilmente sul mercato birre artigianali di varia natura. Anche quella della birra artigianale è una trovata pubblicitaria? Non proprio, come leggeremo di seguito.

Le bollicine e la schiuma

Una caratteristica importante della birra è certamente la schiuma. Secondo un recente studio (Liger-Belair G and Cilindre C, 2021), in mezza pinta di birra (circa 250 ml) con un contenuto alcolico del 5% ci sono fino a 1.5 milioni di bolle. Dopo aver versato la birra lentamente in un bicchiere, compaiono dei rivoli di bollicine che iniziano a salire formando una schiuma. Quando le bolle scoppiano, rilasciano anidride carbonica (CO2), che conferisce alla bevanda un sapore che conosciamo. Gli esperti hanno calcolato la quantità di bolle di anidride carbonica (CO2) nella birra chiara – che spiega la sua schiuma bianca cremosa – e le imperfezioni in un bicchiere che fanno formare le bolle di CO2.

Non tutta la birra è uguale ed ecco cosa scegliere tra birra artigianale e birra commerciale

Birra artigianale o birra commerciale? Un articolo pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Scientific Reports di Nature (Kerr ED et al, 2021), ha cercato di charire se esista una reale differenza tra le due tipologie di birra.

Per effettuare questo studio sono state usate delle tecniche di proteomica, una serie di metodi analitici che permettono di elencare un’enorme lista di proteine (detto proteoma) all’interno di un campione (in questo caso la birra). È stato proprio lo studio del proteoma della birra artigianale e della birra commerciale ad evidenziare delle differenze sostanziali. Ne è emersa una risposta abbastanza netta e sorprendente.

Le birre artigianali sono effettivamente diverse e migliori dalle birre commerciali delle multinazionali. Andando un po’ più nel dettaglio, si è visto che la differenza potrebbe essere dovuta alle differenti proteine del lievito. Queste, infatti, concorrono a dare un corpo al sapore della birra, degli aromi floreali e fruttati che la caratterizzano. La causa potrebbe essere legata al tipo di lievito usato o a una differenza del processo di scala (una a livello locale/famigliare, l’altra a livello industriale). Anche la schiuma ben formata e stabile e una sensazione in bocca liscia e cremosa rivestono una grande importanza nel conferire il gusto alla bevanda.

Ora, grazie alla scienza, abbiamo uno strumento in più per riconoscere e scegliere la birra giusta per noi.

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