Non solo per la circolazione, ma il sale farebbe male anche per questo sorprendente effetto sul cervello

sale

Che il sale faccia male e che sia sempre meglio non eccedere è diventata ormai una conoscenza condivisa. In numerosi articoli ci siamo occupati dell’argomento. Abbiamo suggerito 5 accorgimenti per ridurre il sale durante i pasti, riducendo così la pressione arteriosa. Per esempio, abbiamo presentato un modo per preparare il pane lievitato con pochissimo sale. E, nella speranza di eliminare il sale dalle nostre cucine senza rinunciare alla sapidità, ci siamo imbattuti nei sostituti del sale. Purtroppo anche questi surrogati non sono esenti da controindicazioni. Ora, in uno studio appena pubblicato è stato scoperto, in un esperimento mai fatto in precedenza, l’effeto del sale sul flusso del sangue nel cervello. Non solo per la circolazione, ma il sale farebbe male anche per questo effetto sorprendente sul cervello.

Da dove viene

Il sale da cucina (cloruro di sodio), si estrae dall’acqua di mare, all’interno delle saline. Attraverso dei passaggi in vasche diverse e la separazione di diverse specie chimiche, l’acqua di mare è fatta evaporare lasciando come residuo il sale. Durante l’estrazione le vasche si colorano di un rosso sangue molto suggestivo, dovuto alla presenza di un alga salina, la Dulianella.

Esistono diverse specie di piante e alghe in grado di adattarsi ad alte concentrazioni di salinità. Ne è un esempio il Fiordaliso di Creta (Centaurea Pumilio), rarissima in Italia e presente solo in un piccolo areale nel Salento.

Non solo per la circolazione, ma il sale farebbe male anche per questo effetto sorprendente sul cervello

In un recente lavoro scientifico, unico nel suo genere, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell Reports  (Roy RK et al, 2021), gli autori hanno fatto una scoperta inaspettata. Hanno cioè evidenziato, da un lato, le relazioni tra neuroni e flusso del sangue, e dall’atro, il modo in cui il cervello verrebbe influenzato dall’assunzione di sale.

Quando i neuroni sono attivati, in genere producono un rapido aumento del flusso sanguigno nell’area (iperemia funzionale). Attraverso la risonanza magnetica gli esperti cercano aree di flusso sanguigno debole per diagnosticare disturbi cerebrali. In questo studio, i ricercatori si sono focalizzati in un’area del cervello nota come ipotalamo. È questa una regione cerebrale profonda coinvolta in funzioni corporee critiche, tra cui bere, mangiare, regolare la temperatura corporea e riprodurre.

I livelli di sale (e in particolare di sodio) sono regolati in maniera molto precisa nell’organismo. Quando assumiamo del sale, il corpo deve rapidamente abbassarne il livello attraverso dei meccanismi compensatori. Quel che si è notato è che il flusso sanguigno si è modificato in seguito all’assunzione di sale e in particolare diminuiva quando si attivavano i neuroni dell’ipotalamo. Questo è un risultato inaspettato. In studi precedenti, su altre zone del cervello si è registrato un aumento del flusso sanguigno. I risultati sollevano una serie di domande importanti e promettenti su come l’ipertensione possa influenzare il cervello.

Sono necessari altri studi, ma intanto si confermano le remore sull’alto consumo di sale, che potrebbe portare a problemi per la salute, non ancora compresi del tutto.

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