Non solo dipendenti pubblici ma anche lavoratori interinali o a progetto e pensionati INPS possono ottenere questo prestito a tassi agevolati

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Fino a qualche tempo fa il grande vantaggio offerto da quella tipologia di prestito nota come cessione del quinto era che anche i cattivi pagatori e i protestati potevano ottenerlo con facilità.

Questa forma di finanziamento, infatti, viene rimborsata con una trattenuta in busta paga (o nella pensione) di importo non superiore a un quinto della retribuzione mensile netta. In pratica, a versare le rate alla banca non è il beneficiario del prestito, ma il suo datore di lavoro, oppure, per i pensionati, l’Istituto di Previdenza.

Da qualche mese, a rendere ancora più appetibile questa forma di prestito a tasso fisso e della durata massima di 120 mesi sono i tassi d’interesse (il cosiddetto TAEG), scesi ai minimi storici.

Inoltre, prima della pandemia questa tipologia di prestito costava intorno al 7-8% all’anno, ma oggi, grazie a importanti accordi interbancari, “i costi” sono scesi fino al 4,91% per i dipendenti privati al 3,05% per i pubblici e al 3,89% per i pensionati. Niente male, considerato che il tasso d’interesse dei prestiti personali classici è sul 5-6%.

Possono usufruire della cessione del quinto non solo dipendenti pubblici ma anche quelli privati, a tempo indeterminato, e i pensionati. Anche i lavoratori interinali o a progetto possono richiederla, purché estinguano il debito entro la scadenza del loro contratto di lavoro.

Non hanno accesso a questa soluzione, invece, coloro i quali ricevono le pensioni di invalidità. Il datore di lavoro che versa le quote deve dare prova di solidità economica e avere almeno sei dipendenti.

Non solo dipendenti pubblici ma anche lavoratori interinali o a progetto e pensionati INPS possono ottenere questo prestito a tassi agevolati

Per orientarsi fra le innumerevoli proposte fatte ogni giorno dalle banche, è utile confrontarle sui siti di comparazione.

Prima di firmare il contratto, comunque, bisogna visionare con attenzione il foglio informativo e, importantissimo, il TAEG, che comprende tutte le spese effettive.

In ogni caso, si può recedere dal contratto entro 14 giorni dalla sua stipula. Il rinnovo di una cessione del quinto è possibile solo nel caso in cui sia trascorso il 40% del piano di rimborso: per un prestito a 10 anni, per esempio, ne devono essere passati 4.

I prestiti di durata uguale a 60 mesi, invece, possono essere rinnovati anche prima, a patto che il nuovo prestito sia a 120 mesi. In ogni caso, il debitore ha diritto a una riduzione del TAEG, pari all’importo degli interessi dovuti per la vita residua del contratto.

In caso di estinzione anticipata, si paga una penale pari all’1% della somma dovuta. Al cliente, inoltre, viene restituita una parte dei costi accessori. Principalmente il costo obbligatorio relativo alla polizza causa morte (inizialmente e per il periodo nel quale non ha usufruito del prestito).

Ecco i documenti necessari per ottenere la cessione del quinto. Per dipendenti pubblici e privati: codice fiscale, documento d’identità, tessera sanitaria, ultime due buste paga, ultima certificazione unica, certificato medico.

Poi, mentre al dipendente pubblico basterà comunicare la cessione all’ente dove lavora, il dipendente privato dovrà farsi rilasciare altri documenti dalla sua azienda. Nello specifico: certificato di stipendio, TFR maturato, assenso e impegno a rispettare le scadenze dei pagamenti.

Al pensionato, invece, occorre la comunicazione di credibilità della pensione, con cui l’INPS indica l’importo massimo della rata mensile di rimborso.

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