Non memoria fragile e smarrimento ma questo insospettabile sintomo potrebbe rivelare una feroce malattia del cervello

Alzheimer

La scienza sta investendo molto per trovare dei precursori di malattie neurodegenerative che possano aiutare a prevenire e curare anticipatamente queste patologie.

I risultati della scienza, fortunatamente, cominciano a dare risposte rassicuranti a riguardo e tendono alla sostituzione di controlli invasivi e dolorosi con esami decisamente più innocui. Da una semplice analisi del sangue potremmo scoprire che non la memoria traballante ma questa spia potrebbe annunciare l’Alzheimer già con 20 anni di anticipo. Il tema della prevenzione e del controllo medico, dunque, è sempre attuale e fortemente consigliato nella lotta a qualsiasi tipo di patologia.

Il seguente articolo tratterà degli studi condotti dall’Università di New York per confermare il legame dei disturbi dell’olfatto a patologie cerebrali come Alzheimer e demenza. Vediamo come.

Non memoria fragile e smarrimento ma questo insospettabile sintomo potrebbe rivelare una feroce malattia del cervello

La ricerca è stata condotta dal 2004 al 2010 su oltre mille soggetti che, inizialmente, non presentavano segni di problemi cognitivi, testando il loro olfatto. Ciascuno di essi ha annusato diversi odori dando, poi, una valutazione sull’intensità percepita dal profumo in base ai parametri della scala Upsit. Trascorsi 6 anni, i 210 soggetti che hanno sviluppato Alzheimer o demenza sono stati coloro che totalizzarono i punteggi più bassi sulla qualità dell’olfatto. I risultati, pertanto, invitano a prestare attenzione perché non memoria fragile e smarrimento ma questo insospettabile sintomo potrebbe rivelare una feroce malattia del cervello

Tra le prime zone aggredite

Già in passato i disturbi dell’olfatto sono stati riconosciuti come conseguenze di Parkinson e Alzheimer, ma potrebbero esserne anche un segnale a priori.

L’ipotesi è che le terminazioni nervose olfattive, che quindi trasmettono gli odori, siano tra le prime zone ad essere afflitte da gruppi neurofibrillari, tipici dell’Alzheimer. A conferma della tesi, come già detto, è frequente che anche le persone malate di Parkinson accusino cacosmìa (percezione di cattivo odore).

I 10 odori spia secondo la scienza

Continuando a scavare, gli studi della scienza hanno inoltre evidenziato come, in particolare, 10 siano gli odori non percepiti da chi è già malato o potrebbe esserlo. Di seguito, riportiamo l’elenco disponibile anche sul sito di Fondazione Veronesi.

Tra gli odori la scienza indica:

  • Mentolo;
  • Chiodo di garofano;
  • Fragola;
  • Ananas;
  • Gas naturale;
  • Lillà;
  • Limone;
  • Cuoio;
  • Fumo;
  • Sapone;

Non avvertire questi odori, dice il Prof. Devanand di New York, potrebbe essere sintomatico del sopraggiungere di gravi forme di demenza e Alzheimer.

Naturalmente, prima di qualsiasi diagnosi prematura in base ai dati riportati dalla scienza, è opportuno un adeguato controllo clinico ed esami specifici. In ogni caso consultare sempre il medico.

Approfondimento

Pochissimi scelgono questa farina poco conosciuta ma è un killer naturale del colesterolo cattivo

Consigliati per te