Non è un farmaco ma sembra essere utile per ridurre la pressione, come antistress e per far crescere meglio le piante

suono

Fin da quando nasciamo, oltre alle parole, cominciamo ad ascoltare note musicali. Dalle ninne nanne si passa alle canzoncine, alle filastrocche, ottime anche per imparare qualche termine di una lingua straniera. La musica si può rintracciare nella natura, basti pensare ai canti degli uccelli, o riprodurla attraverso strumenti, a fiato, a corde e anche usando la voce. Il potere che esercita sull’uomo fu studiato anche da filosofi antichi come Aristotele, il quale riteneva che la musica può avere un fine educativo, ma anche catartico e ristoratore. Dall’esperienza quotidiana si può evincere che certi tipi di musica provocano emozioni diverse, oppure richiamano alla mente dei momenti particolari vissuti nel passato. Inoltre, tramite il canto, in molte religioni si elevano preghiere alla divinità, implorando o gioiendo di qualche beneficio ottenuto.

Non è un farmaco ma sembra essere utile per ridurre la pressione, come antistress e per far crescere meglio le piante

In epoca recente ha preso piede la musicoterapia. Essa è una pratica in cui il soggetto può ottenere un beneficio attraverso l’ascolto della musica oppure tramite il canto o l’esecuzione di brani con degli strumenti. Alcuni studiosi hanno osservato, in particolare, come la musica possa ridurre lo stress. L’ascolto soprattutto di musica classica si è visto che giova molto, ma anche altri tipi di brani musicali sembrano esercitare un influsso positivo sulla pressione sanguigna e anche sul battito cardiaco. Il canto, da soli o seguiti da un terapeuta, anche in gruppo, ha effetti rilassanti. Oltre ad alleviare e aiutare in caso di stress, si sono visti risultati davvero incoraggianti anche su soggetti che soffrono di Alzheimer. Un canto eseguito in gruppo sembra riattivare la memoria, mentre l’esecuzione di musica con strumenti abbasserebbe l’ansia e l’aggressività.

Anche le piante amano la musica

Ricerche effettuate in Italia e all’estero hanno messo in evidenza che anche le piante riescano ad ascoltare musica e ad avere le loro preferenze. Citiamo, tra tanti esperimenti, quelli fatti da vari dipartimenti dell’Università di Firenze, Pisa e Arezzo, con la collaborazione di esperti del suono americani. Le viti che avevano ascoltato musica di Mozart erano cresciute meglio. Un sostenitore di questi effetti sulle piante è anche il maestro Peppe Vessicchio. In un suo libro e in diverse interviste ha affermato di aver verificato personalmente come la musica abbia influenzato l’aspetto di alcune sue piante. Poi, con l’aiuto di agronomi, lo ha applicato anche ad una coltivazione di pomodori a Copertino, in Puglia.

In conclusione, la musica non è un farmaco ma sembra essere utile per ridurre la pressione, come antistress e per far crescere meglio le piante.

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