Non ci sarà il referendum sull’«omicidio del consenziente», la Corte boccia la proposta

Referendum

Dopo le otto udienze di ieri, i 15 giudici costituzionali hanno dichiarato inammissibile la proposta referendaria inerente l’omicidio del consenziente. La proposta era partita dall’Associazione Luca Coscione che per la battaglia era riuscita a raccogliere oltre un milione di firme. Sostanzialmente il quesito è ritenuto inammissibile perché non garantirebbe la tutela della vita. L’Ufficio comunicazione della Corte ha così dichiarato: «a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».

L’Associazione Coscioni

Immediate le reazioni da parte dell’Associazione per voce di Marco Cappato che ha considerato la decisione della Corte Costituzionale come «una brutta notizia per la democrazia». Inoltre il gruppo ha reso noto che proseguirà la battaglia «con altri strumenti […] andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi per un’eutanasia legale contro l’eutanasia clandestina»

Non ci sarà il referendum sull’«omicidio del consenziente», la Corte boccia la proposta

Il mondo della politica si è espresso in materia, commentando l’esito della Consulta. Per Enrico Letta, segretario del PD, a questo punto urge «una legge» in merito da parte del Parlamento partendo proprio dalle indicazioni della Corte. Matteo Salvini ritiene che la bocciatura di una proposta referendaria non sia «una buona notizia». Il Movimento 5 Stelle sostanzialmente converge con il PD. Infatti Giuseppe Conte evidenzia come il numero di firme raccolte in qualche modo imporrebbe al Parlamento di esprimersi in merito attraverso un apposito atto legislativo.

Gli altri quesiti

Intanto oggi la decisione sull’ammissibilità degli altri due quesiti referendari: uno sulla giustizia (che comprende sei punti) e l’altro sulla Cannabis. Quest’ultimo si propone di «intervenire sia sul piano della rilevanza penale, per quanto riguarda le condotte legate all’uso della sostanza, sia su quello delle sanzioni rispetto alla detenzione». Il timore di molti è che se anche queste due proposte saranno bocciate, il tasso di astensionismo alle urne potrebbe essere veramente considerevole. Intanto non ci sarà il referendum sul delicato tema dell’«omicidio del consenziente». La Corte, infatti, boccia la proposta ma i sostenitori promettono battaglia e chiamano in campo il Parlamento.

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