No alla Tampon Tax: quando alcune tasse sono ritenute ingiuste

Tampon Tax

 Come spesso succede in Italia, vengono usati termini inglesi in maniera spesso esagerata. Nello specifico la”Tampon tax” è un termine popolare usato per richiamare l’attenzione sui tamponi e su altri prodotti per l’igiene femminile.

Essendo soggetti all’imposta sul valore aggiunto o all’imposta sulle vendite, a differenza dello stato di esenzione fiscale concesso ad altri prodotti considerati beni di prima necessità.

No alla tampon tax. Consiglio Comune Firenze

Il Consiglio comunale ha approvato la mozione della quarta commissione consiliare sulla Tampon Tax.

L’atto chiede di verificare con Farmacie Fiorentine – Afam S.p.A. la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili.

Inoltre chiede di adottare iniziative per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne ed in particolare delle fasce più svantaggiate.

Il ciclo non è un lusso

Da Firenze viene sollecitato il Governo ed il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota, attualmente al 22%, per i prodotti igienico-sanitari femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute ed all’igiene femminile.

Il fenomeno della “povertà mestruale”, necessita di un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli.

No alla Tampon Tax: cosa fanno nel Mondo?

Il Canada, ha abolito la tassazione nel 2015 a seguito di una petizione presentata al Governo. Negli Stati Uniti lo stesso è successo nello Stato di New York nel 2016 e poi a seguire in altri sedici Stati.

Recentemente in Australia, dopo 18 anni di proteste, si è passati da un’imposta del 10 per cento all’eliminazione della tassa.

Il Kenya l’ha abolita dal 2004 e, dopo accese manifestazioni, anche in India l’aliquota del 12 per cento sugli assorbenti è stata completamente eliminata nel luglio del 2018.

La Situazione in Europa

La Scozia ha avviato un programma di distribuzione gratuita di assorbenti nelle scuole.

Anche diversi Paesi europei si stanno muovendo verso questa direzione. Secondo una direttiva del Consiglio dell’Unione europea del 2006, gli Stati membri possono decidere l’ammontare dell’imposta sul valore aggiunto da applicare su beni e servizi, senza scendere sotto la cifra del 15 per cento.

L’aliquota maggiore dell’Unione è applicata dall’Ungheria (27 per cento), quella inferiore dal Lussemburgo (17 per cento).

In questo articolo abbiamo parlato di un’altra tassa ingiusta.

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