Nel discorso d’insediamento di Mattarella, l’invito ad agire presto sulle priorità del Paese

Sergio Mattarella

Un ritmo incalzante e deciso quello di Sergio Mattarella per la seconda volta a Capo dello Stato. Nel pomeriggio di oggi il discorso d’insediamento dinanzi le Camere riunite in seduta comune. Prima il giuramento di fedeltà alla Repubblica e osservanza leale alla Costituzione, poi il discorso. Il linguaggio del corpo è perentorio, fermo ma mai nervoso. Diverso dal timbro vocale utilizzato nel 2015 quando Mattarella saliva al Colle per la prima volta in assoluto. Un tono decisamente più pacato. L’insediamento di oggi 3 febbraio arriva dopo una settimana convulsa in cui forse il Parlamento italiano non ha restituito un’immagine matura e responsabile. E al Presidente nulla è sfuggito, nemmeno la satira nei suoi confronti per quei pacchi del trasloco preparati e disfatti due volte in un andirivieni imprevisto.

Il Parlamento espressione della volontà popolare

«Una chiamata alla responsabilità – ha proferito Mattarella – nel luogo deputato alla più alta rappresentanza (il Parlamento, ndr) dove la volontà popolare trova la sua massima espressione». O, a voler essere cattivi, così dovrebbe essere. Perché troppo spesso il senso di rappresentanza svanisce dietro i tatticismi, la conta dei voti, l’attaccamento al potere in senso stretto. Chi ha voluto, ha potuto ben intendere. Con eleganza e rigore, il Presidente ha evidenziato anche se in modo implicito l’importanza e la necessità di tornare alla propria vocazione politica, cioè quella di chinarsi per ascoltare le esigenze degli italiani.

Nel discorso d’insediamento di Mattarella, l’invito ad agire presto sulle priorità del Paese

Come già battuto dalle agenzie di stampa, la parola «dignità» è stata utilizzata diverse volte dall’inquilino del Quirinale. Parola proferita in merito a tutte le forme di disuguaglianza che un Paese civile non può più permettersi. Il riferimento è alle morti sul lavoro, alla violenza sulle donne, al razzismo, alla difficile «scelta tra maternità e lavoro».

Rigore e serietà

Pragmatico, Sergio Mattarella ha evidenziato le priorità del Parlamento e della classe politica. Un invito ad agire e subito perché numerose sono le emergenze in un contesto europeo che avanza, mentre i partiti in casa Italia spendono energie nel muro contro muro. Non lo ha detto, ma nelle parole istituzionali pesate e calibrate sui principi della nostra Costituzione, non possiamo che desumere il senso pratico e spicciolo del discorso. Non semplicistico, beninteso, ma spudoratamente concreto.

Il rito d’insediamento è suggestivo e in una giornata mite di febbraio, nella splendida cornice di Roma ci ha regalato immagini che scandiscono un rituale che è frutto della nostra storia. L’inno di Mameli, l’omaggio al Milite ignoto all’Altare della Patria, la Flaminia decappottabile degli anni Sessanta. Le frecce tricolori. Decine e decine di applausi. Un pomeriggio che dovremmo rivivere ogni tanto per vivificare lo spirito di unità nazionale e d’appartenenza al nostro Paese. Per sentirci davvero italiani. E nel discorso d’insediamento di Mattarella, l’invito ad agire presto è indubbiamente giunto a tutti. A ciascuno per il suo ruolo.

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