Nei prossimi potrebbe essere la Cina a trovarsi sotto i riflettori

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Ultimo giorno dell’anno con le piazze di scambio chiuse per le festività legate al Capodanno. Un’occasione per fare un bilancio della situazione e una serie di previsioni per il prossimo futuro. Partendo da Piazza Affari è inevitabile guardare con ottimismo a quanto fatto finora. Infatti la performance per il 2021 vede un +21,5%. Non solo, ma osservando anche i protagonisti, si scopre che il 2021 è stato anche l’anno delle matricole. Numeri alla mano si parla di 49 quotazioni, nuovo record da oltre 20 anni. Un traguardo importante che riguarda una più ampia fiducia verso i mercati azionari.

Proprio nell’anno caratterizzato da un rialzo estremo degli energetici. Prima di tutto il gas che porterà ad una vera e proprio stangata sulle bollette degli italiani. anche in questo caso sono i numeri a parlare: 55% in più sulla bolletta dell’elettricità e quasi il 42% (41,8 per la precisione) per quella del gas. Un aumento che, come detto più volte, trova la sua spiegazione in una lunga serie di concause, non ultima, quella più ampia delle tensioni fra Russia ed Europa.

Nei prossimi potrebbe essere la Cina a trovarsi sotto i riflettori

Ma allargando l’orizzonte dell’analisi, è impossibile non tener conto degli altri grandi protagonisti futuri. Infatti se energetici e petrolio hanno rubato la scena soprattutto in questi ultimi mesi per via dell’aumento delle quotazioni, nei prossimi potrebbe essere la Cina a trovarsi sotto i riflettori.

Almeno secondo quanto dagli esperti di Schroders ottimisti sia su una revisione al rialzo delle stime del PIL cinese nel 2021, sia per le conseguenze della pandemia sul fronte economico.

Sebbene il punto interrogativo riguardi il settore del real estate, gli analisti mettono in risalto l’aumento della liquidità in mano alle famiglie. La prima conseguenza, in questo caso, sarebbe una ripresa dei consumi interni. Un fattore che andrebbe ad affiancarsi ad un altro elemento principale per la ripresa economica: l’aumento delle esportazioni.

Il 2022, infatti, dovrebbe portare ad una normalizzazione delle catene produttive. In altre parole si sta verificando una transizione da una economia basata per lo più sulla quantità della produzione, ad un’economia che guarda maggiormente alla qualità dei consumi. Ed anche in questo caso è necessario chiamare in causa i numeri. In particolare quelli riguardanti le vendite al dettaglio. Questi ultimi, infatti sono aumentati per i primi 11 mesi dell’anno, del 13,7% in confronto allo stesso periodo del 2020.

Al di là dei report, però, c’è, fondamentalmente, una realtà innegabile e cioè che la ripresa o meno di Pechino influenzerà inevitabilmente la ripresa globale.

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