Multe elevate, ma la lotta al contante serve a combattere l’evasione? Ecco i risultati

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La lotta al contante entra nel vivo e su questo argomento c’è uno studio dei Consulenti del lavoro che sta destando molto clamore. Dal 1° luglio per trasferimenti monetari a partire dai 2000 euro occorrono strumenti che traccino il movimento del denaro. Per chi sgarra arrivano multe salatissime, ma la lotta al contante serve a combattere l’evasione? Di seguito nell’articolo ti riveliamo i risultati dello studio.

In alcuni casi l’unica modalità di pagamento è il contante

A proposito di multe salatissime, tra gli addetti ai lavori da qualche giorno gira una storiella. Siamo in una nota località balneare ai primi di luglio. Una sera in un ristorante di lusso arrivano due coppie di stranieri. Il ristorante è semivuoto perché i turisti non ce ne sono e gli italiani al ristorante non vanno ancora. Forse per paura, forse per risparmiare. Alla termine della cena arriva un conto stellare, 3600 euro.  Non è tanto per ciò che i 4 hanno mangiato, ma per quello che hanno bevuto. Bottiglie di vino dal prezzo stratosferico, alcune bottiglie di champagne.

Presentato il conto i due uomini non battono ciglio. Danno una carta di credito che però viene rifiutata per limiti di spesa. Ne danno una seconda, con lo stesso esito. Ne danno una terza. Stesso risultato. Allora uno di loro si fruga in tasca e tira fuori un rotolo di banconote da 500 euro. Ne mette 8 sul tavolo. Quattromila euro in contanti.

Domanda: secondo voi cosa ha fatto il titolare del ristorante?

Il problema di chi riceve i pagamenti in contanti

Secondo la norma in vigore dal 1° luglio sia il turista che ha pagato, sia il ristoratore, sono in multa. La legge prevede che per transazioni in contanti a partire da 2mila euro, le sanzioni siano da 3mila a 50mila euro. La domanda sopra posta non è retorica, è reale. A fronte di un pagamento in contanti cosa avrebbe dovuto fare il ristoratore?

La stessa situazione potrebbe accadere in un negozio di lusso di una grande città. Il turista compra una borsa da 4mila euro, ma la carta non funziona. Allora paga in contanti. L’esercente dovrebbe rifiutare il pagamento e non vendere la Borsa. E vedere sfumare l’affare.

L’effetto paradossale è che comunque ci sarebbe stata una ricevuta e quindi l’incasso sarebbe stato regolarmente tassato. Quattromila euro che avrebbero potuto entrare nel sistema economico e creare reddito, entrate fiscali, ecc. In questo caso il limite al contante crea un danno economico a tutta la comunità.

Ma il ristoratore come dovrebbe comportarsi a cena finita? Il cibo consumato non si può restituire.

Multe salatissime, ma la lotta al contante serve a combattere l’evasione? Ecco i risultati

In una recente intervista Giovanni Ferrara, presidente di Unimpresa sosteneva che questo è il momento peggiore per inserire i limiti al contante. Con la crisi che sta attanagliando l’economia, specialmente quella italiana, il limite al contante incide sui consumi e riduce le spese. E invece, sempre secondo Ferrara, andrebbero attuate politiche opposte, di incentivazione alla spesa e quindi ai consumi.

Sulla stessa linea sono i Consulenti del lavoro. In un recente studio della Fondazione Consulenti del lavoro emerge come il nero cresce anche con il limite all’uso del contante. Anzi, aumenta maggiormente col ridursi del limite.

Lo studio analizza il fenomeno del nero nei periodi in cui erano diversi i tetti all’uso del cash. Secondo lo studio dal 2011 al 2017 l’economia sommersa è cresciuta del 3,9% raggiungendo i 210 miliardi annui. Ma la cosa che deve fare riflettere è che l’aumento percentuale maggiore è avvenuto nel periodo in cui il limite del contante era 1000 euro. Mentre è cresciuto più lentamente negli anni in cui il limite era 3mila euro. Per scoprire le novità introdotte dal Governo a partire dal 1° luglio, non solo in termini di limite al contante, leggi questo articolo

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