Multe di oltre 3000 euro dall’Agenzia delle Entrate dopo i controlli sui contributi INPS

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Il team di Redazione avverte i Lettori che scattano multe di oltre 3000 euro dall’Agenzia delle Entrate dopo i controlli sui contributi INPS. Non tutti i lavoratori forse sanno che l’Istituto di previdenza sociale e l’Autorità giudiziaria lavorano di concerto per individuare violazioni ed evasione. Ciò spiega l’arrivo di cartelle esattoriali che consegnano cattive notizie a chi le riceve. Il debitore che non onora il pagamento delle cartelle lascia trascorrere del tempo nella speranza di far scattare la prescrizione. Nell’articolo “Quando scadono le cartelle esattoriali?” abbiamo indicato i termini di decadenza dell’obbligo.

Le multe di oltre 3000 euro dall’Agenzia delle Entrate dopo i controlli sui contributi INPS riguardano proprio l’evasione contributiva. In buona sostanza scattano sanzioni amministrative, penali e pecuniarie nel caso in cui si ometta il versamento dei contributi INPS. Secondo quanto statuisce l’articolo 116 della Legge n. 388/2000 chi assume deve obbligatoriamente comunicare all’Ente previdenziale la data di inizio del contratto lavorativo. Ancor di più per il datore di lavoro corre l’obbligo di versare i contributi INPS per le prestazioni d’opera dei suoi dipendenti. Le sanzioni amministrative che colpiscono chi non comunica l’assunzione di dipendenti oscillano tra i 200 e i 500 euro.

Multe di oltre 3000 euro dall’Agenzia delle Entrate dopo i controlli sui contributi INPS

Ancor più pesanti le multe per i datori di lavoro che non versano i contributi alla cassa previdenziale. L’Agenzia delle Entrate arma i suoi eserciti perché tanto l’omissione quanto l’evasione del pagamento dei contributi possono costituire reato penale. Pertanto al di là della sanzione amministrativa fino a 500 euro, il datore di lavoro che non versa i contributi INPS si espone al rischio di una sanzione civile. L’importo della multa equivale al 30% dell’ammontare complessivo dei contributi che non il datore non ha versato nell’arco di un anno. In particolari circostanze la sanzione pecuniaria può corrispondere ad un massimo del 60% sul totale dell’evasione contributiva.

In ogni caso, l’importo della multa parte da una soglia minima di 3000 euro e si può arginare il danno economico intervenendo tempestivamente. Chi infatti provvede al versamento dei contributi in ritardo paga una multa corrispondente al 40% dell’importo totale in riferimento ad un trimestre. Il datore di lavoro ha 12 mesi di tempo per regolarizzare l’inadempienza, negli altri casi scatta la sanzione con aliquota del 30%.

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