MPS presenterà un nuovo piano industriale

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di Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) – Tra fine gennaio e inizio febbraio Mps  presenterà alla Commissione europea e alla Bce un nuovo piano industriale in cui punta a confermare la cessione “in blocco” di tutte le sofferenze.

Ascoltato in Senato, l’AD di Siena Marco Morelli spiega che la banca si muove nel solco del progetto presentato a fine ottobre e fallito a dicembre, come aveva lasciato già intendere ieri Bankitalia.

Confermata dalla banche anche l’intenzione di chiudere 500 filiali e l’uscita di 2.450 dipendenti in tre anni attraverso il fondo di solidarietà, senza quindi ulteriori esuberi.

“Le sofferenze vanno eliminate dal bilancio perché altrimenti non riparte la redditività. Bisogna liberarsi di sofferenze e inadempienze probabili il più rapidamente possibile”, ha detto Morelli durante un’audizione sul decreto che disciplina la ricapitalizzazione precauzionale di Mps.

Il vecchio piano targato Jp Morgan e Mediobanca  prevedeva il deconsolidamento di sofferenze lorde per oltre 27 miliardi. L’operazione, senza precedenti nel panorama italiano, vedeva coinvolto anche il fondo Atlante.

Dove Morelli non si sbilancia è sulle modalità tecniche. “Stiamo esaminando diverse possibilità”, dice.

Il top manager rassicura sulla solidità della banca, che ha fallito il tentativo di ricapitalizzazione sul mercato ed è stata sospesa dalle contrattazioni.

“Abbiamo subito uscite importanti di depositi da inizio dicembre ma il fenomeno si è arrestato negli ultimi giorni del 2016 e durante i primi giorni del mese”, ha detto l’AD della banca senese.

Gli ha fatto eco il presidente Alessandro Falciai, secondo il quale “in nessuna circostanza i depositi dei clienti sono mai stati a rischio”.

Il risanamento della Banca, che ha chiesto aiuto allo Stato con la ricapitalizzazione precauzionale, richiede 8,8 miliardi in base al fabbisogno di capitale calcolato dalla Bce e la conversione forzosa in azioni di obbligazioni subordinate assicura 4,3 miliardi, il cosiddetto ‘burden sharing’.

Il ministero dell’Economia metterà sul piatto i 4,5 miliardi residui più altri 2 miliardi per indennizzare i risparmiatori.

“Lo Stato avrà il 70% del capitale”, ha detto Falciai, sintetizzando sull’assetto azionario dopo la ricapitalizzazione pubblica.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha già chiarito che nominerà un nuovo cda al momento di portare a termine la ricapitalizzazione del capitale.

“Il mandato dell’AD è sempre a disposizione del cda e sarà così anche andando avanti nell’operazione. Il governo decide liberamente”, dice Morelli.

Sollecitato da un deputato del Movimento cinque stelle, il manager si dice pronto ad accettare un dimezzamento dello stipendio: “Ho dato un impegno e lo onoro perché credo nel rilancio. Preferisco che mi si riduca lo stipendio ma che vengano tutelate figure di manager molto importanti”.

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