Motivazioni per impugnare una multa fatta al semaforo

semaforo

Tra le violazioni al Codice della Strada più frequenti abbiamo il superamento, all’incrocio, del semaforo che segnala il rosso. Come sappiamo, gli incroci semaforici sono dotati di una tecnologia, posta a presidio del rispetto della norma, che è il cd. Photored o T-Red. Questo dispositivo consente di immortalare con assoluta precisione il passaggio del veicolo col rosso. Ciò, però, non significa che è impossibile difendersi nel caso di comminazione della relativa sanzione. Infatti, vi sono diverse motivazioni per impugnare una multa fatta al semaforo.

Vediamo quali sono quelle principali da addurre in caso di ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Preliminarmente, chiariamo che molti dei vizi di cui può essere affetto il verbale sono formali. Questi ultimi possono riguardare: il termine di notifica, la presenza di obbligatorie indicazioni al suo interno, l’esattezza della contestazione, ecc. Per quanto riguarda i vizi sostanziali, invece, occorre soffermarsi su diverse ragioni, di carattere più spiccatamente giuridico.

 Motivazione della contestazione immediata

La regola generale vuole che ogni tipo di infrazione al Codice della Strada venga contestata immediatamente dagli agenti accertatori. Ciò significa che, verificata la violazione, bisognerebbe procedere alla contestazione immediata della stessa e alla conseguente comminazione del verbale.  Tuttavia ciò non è sempre possibile, per diverse ragioni. Pertanto, quando l’infrazione è rilevabile attraverso mezzi tecnologici (tutor, autovelox, Photored ai semafori), è possibile procedere alla contestazione differita. Quest’ultima deve avvenire a mezzo di notifica del verbale entro 90 giorni dall’infrazione. Superato questo termine, la multa può essere impugnata per violazione dei termini per la notifica, ottenendone l’annullamento.

Motivazione del malfunzionamento del Photored

La multa al semaforo rosso è la conseguenza della fotografia scattata dai sistemi elettronici posti a presidio del rispetto della regola di arresto dell’auto. Come ogni sistema elettronico, è possibile che esso presenti qualche malfunzionamento. Ad esempio, l’eventuale guasto o la mancata taratura dell’apparecchiatura, legittima la contestazione della multa nel caso di specie. Infatti, la Corte Costituzionale ha stabilito la necessità di sottoporre a revisione periodica la funzionalità e taratura dei dispositivi di controllo elettronico della velocità. Ciò, al fine di garantire l’affidabilità degli stessi e la loro costante conformità ai requisiti di omologazione. Questo obbligo di revisione periodica, tuttavia, non opera per i sistemi di rilevazione posti a presidio delle lanterne semaforiche.

Dunque, tra le motivazioni per impugnare una multa fatta al semaforo rosso, bisognerà piuttosto dimostrare che il dispositivo non era correttamente funzionante. Oppure o in aggiunta, occorre provare l’eventuale mancanza dei requisiti di omologazione, stabiliti dal Ministero. In questo caso, grava sul conducente l’onere della prova circa il malfunzionamento, la mancata omologazione o altro. Nella specie, sarà, inoltre, necessario dimostrare che il malfunzionamento ha pregiudicato l’attendibilità delle immagini e, di conseguenza, la legittimità della multa.

Motivazione fondata sulla durata del semaforo giallo

Altra motivazione per contestare una multa al semaforo rosso, potrebbe essere anche la scarsa durata della luce gialla. In passato si è sostenuto che la luce gialla dovesse avere una durata minima di tre secondi. Una più recente giurisprudenza, invece, ha reputato che essa debba essere parametrata allo stato dei luoghi. Ogni incrocio, infatti, ha le sue caratteristiche, che richiedono una regolazione ad hoc, rimessa alla responsabilità del Comune. Ad ogni modo, se si riesce a dimostrare che la durata della luce gialla è troppo ridotta per poter effettuare il passaggio, la multa è impugnabile.

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