Le imprese più piccole sono coloro che rischiano di morire sotto gli effetti del coronavirus. Da uno studio fatto si stima che le imprese più piccole da 1 a 5 milioni di euro di ricavi hanno bruciato in questo periodo 103mila euro di cassa. Salendo per tipologia di ricavi si arriva a imprese ad aver bruciato cassa per 300 mila euro, a quelle tra i 10 e i 15 milioni ad aver fatto fuori 450 mila.
Imprese piccole con i piedi nel baratro
Purtroppo le piccole imprese rischiano di morire sotto gli effetti del coronavirus. Il cuscinetto di protezione è saltato completamente. Quelle somme di cassa servivano per poter far fronte agli impegni contingenti. Per quelle imprese con fatturati più grandi la deadline è tra i 44 giorni e i 50 giorni.
La soluzione
In Italia tra le imprese non c’è la buona pratica di dotarsi di polizze assicurative sulla business continuity. Con una sottoscrizione di questo genere si potrebbe coprire il fabbisogno di cassa di emergenza. Ma nel nostro Paese si ricorre a questa formula assicurativa molto poco: circa il 10% delle imprese presenti sul territorio.
Chi ha fatto lo studio
ARisk ha condotto l’analisi su un campione di 245 pmi del lodigiano, zona rossa del coronavirus dove le imprese sono a rischio di morire. E’ stato sviluppato un algoritmo di calcolo innovativo per l’analisi e il monitoraggio dei rischi attuali e in grado di prevederne l’evoluzione attraverso tecniche di intelligenza artificiale e machine learning.
Già oggi la situazione è critica
Con la produzione ferma da 15 giorni la capacità di resistere delle aziende prese in esame va affievolendosi sempre si più. Si calcola in base all’algoritmo che la riduzione va dal 200% per le aziende della fascia più piccola, al 91% per quelle della fascia di ricavi più alta. Gli effetti del coronavirus di oggi, nonostante la forza di superare l’emergenza, sarebbero tra tre anni con l’emersione di uno stato di crisi d’impresa. A pesare come un macigno sulle imprese più grandi il forte indebitamento che stanno registrando in questi giorni.
