Moody’s ci mette il carico

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A leggere l’odierno report di Moody’s l’unico paragone che viene in mente è quello un po’ datato del fochista della locomotiva che continua a buttare legna nella caldaia e nello stesso tempo sbraita: “troppa legna fuoco troppo potente”.

Ma come?Annunci per l’ennesima volta che l’Europa non può reggere un ‘altra crisi e poi butti fuori report e rating distruttivi. Analisi che sono tutto meno che immuni da valutazioni soggettive e in qualche modo pre-determinate da fattori esogeni(leggasi potentati di controllo sulle stesse agenzie) .

Non solo, gli attacchi ora si stanno estendendo anche ad altre tipologie di valutazione come se nella caldaia già ardente oltre alla legna il “bravo “ fuochista aggiungesse direttamente kerosene, leggiamo:
“Nonostante vi siano stati diversi miglioramenti dopo il 2008, l’Europa resta vulnerabile in termini economici perché l’indebitamento è cresciuto, vi sono meno strumenti per favorire la ripresa, i prezzi delle attività finanziarie sono elevati, i rischi politici e normativi stanno aumentando e le tecnologie innovative stanno mettendo alla prova sempre più settori” e tanto per dare il colpo di grazie si aggiunge : “complessivamente lo spazio di manovra per ridurre gli effetti di un’altra recessione si sta riducendo”.

Che il debito sia rimasto a livelli molto elevati si sa, con la BCE autorizzata a rilevare solo bond governativi il debito inesigibile è per forza rimasto in circolazione negli armadi delle banche. No surprise.

L’invecchiamento della popolazione è cosa nota e datata. No surprise.

Se parimenti aumenta il debito pubblico è evidente che le politiche indotte anche dagli atteggiamenti delle agenzie non funzionano.

Arrivano anche a lamentarsi delle politiche di stimolo monetario che a loro giudizio producono frutti minori come se loro non avessero un ruolo nella tipologia di destinazione delle risorse monetarie messe a disposizione dalla banche centrali…da banche centrali a banche private tra l’altro come detto sopra vincolate a cedere solo bond governativi e tenersi quelli tossici

E poi come spesso accade in questi casi si arriva al grottesco: lamentano persino i tagli alla spesa pubblica specie a livello locale ormai al limite. Come se le loro spinte in questa direzione non fossero state determinanti.

E nessuno può onestamente sostenere che i governi non siano stati, specie dopo la crisi sub-prime, fortemente condizionati nelle scelte e negli indirizzi di strategia e politica economica proprio dall famigerate agenzie di rating.

Che gridano al  lupo al lupo ma sostanzialmente sono loro ad avergli aperto la gabbia.

 

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