Molti ignorano che questo diffuso fenomeno notturno potrebbe spalancare le porte a demenza e infarto

apnee

Una responsabile prevenzione attraverso esami specifici è il primo passo per poter cogliere sul nascere determinate patologie evitando di attendere segnali lampanti. Ad esempio, non la memoria traballante ma questa spia annuncerebbe l’Alzheimer già con 20 anni di anticipo attraverso analisi mirate.

Assieme ai controlli ai quali periodicamente dovremmo sottoporci, poi, è indispensabile un sano stile di vita per assicuraci un buono stato di salute. Questo prevede un’alimentazione sana ed un’adeguata quantità di attività fisica, come spesso viene suggerito, insieme ad una buona qualità del sonno. In particolare, vedremo che proprio nel sonno, in conseguenza alle apnee notturne, cervello e cuore potrebbero subire delle conseguenze.

Molti ignorano che questo fenomeno notturno potrebbe spalancare le porte a demenza e infarto

A parlare della correlazione tra sindrome delle apnee ostruttive notturne e riduzione dei lobi temporali nel cervello è la Fondazione Veronesi.

Questo disturbo interessa ben 12 milioni di italiani tra i 40 e gli 85 anni che la notte russano tanto da smettere di respirare.

Tuttavia, gran parte di questi sono inconsapevoli della loro condizione e, allo stesso modo, delle potenziali conseguenze. Infatti, molti ignorano che questo diffuso fenomeno notturno potrebbe spalancare le porte a demenza e infarti a causa della mancanza di ossigeno.

Dal punto di vista cerebrale le apnee favorirebbero l’assottigliamento dei lobi temporali che concorrono al mantenimento della memoria, come sostiene uno studio australiano.

Dalla ricerca è emerso che le persone che avevano un’ossigenazione notturna inferiore presentavano anche una riduzione di quest’area del cervello.

Quali possibili effetti sul cuore?

Russando potremmo sottoporci alle apnee che ci priverebbero di aria fino a 90 secondi. Questo sottopone il sistema cardiovascolare a continui sbalzi di pressione e frequenza cardiaca. Inoltre, le apnee notturne potrebbero ridurre dal 60% al 90% la percentuale di ossigeno respirata, tutti stress che a lungo termine possono favorire episodi cardiaci.

Può definirsi interessato da questo disturbo chi manifesta apnee notturne per almeno 5 volte all’ora. Ad essere più a rischio sono coloro che presentano problemi di sovrappeso ed eccessi di grasso che potrebbero favorire l’occlusione delle vie aeree, gli ipertesi e i fumatori.

Quali segnali intercettare

Come detto in precedenza, benché questo disturbo interessi quasi il 5% della popolazione mondiale, non tutti ne sono a conoscenza. Le principali manifestazioni di apnee ostruttive notturne sono il russamento frequente e sensazione di soffocamento nel sonno. Insieme a questi, sono frequenti anche i risvegli notturni, magari più volte a notte, e la sensazione di gola secca e affaticamento durante il giorno.

Ecco quindi che molti ignorano che questo diffuso fenomeno notturno potrebbe spalancare le porte a demenza e infarto.

Questi sono indici che potrebbero spingerci a cercare maggiori informazioni attraverso un medico che potrà fornire il parere migliore.

Approfondimento

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