Molti cucinano la verza ma pochi sanno che potrebbe avere delle controindicazioni per chi ha problemi di tiroide e colon irritabile 

ortaggio verza

La verza è la verdura regina della tavola invernale e ultimamente si è resa protagonista di numerose chiacchere culinarie.

Il suo successo probabilmente è legato al fatto che è camaleontica in cucina e si trasforma adattandosi a infinite ricette diverse.

Possiamo farla stufata, al vapore, al forno oppure possiamo seguire questi semplici passaggi per cucinarla croccantissima in padella senza pomodoro o aceto.

Le sue foglie verdi e carnose hanno proprio conquistato tutti con il loro gusto delicato ma inconfondibile e per il fatto che non emanano strane puzze in cottura da impregnare l’intera casa.

Tuttavia, come scopriremo in questo articolo sulla scia di alcuni studi scientifici, sembrerebbe che non sempre la verza possa far parte della nostra alimentazione.

Crucifere e ipotiroidismo

Molti, infatti, cucinano la verza ma pochi sanno che potrebbe avere delle controindicazioni per chi ha problemi di tiroide e colon irritabile.

Partiamo affrontando il primo dei due problemi.

Gli agronomi definisco la verza una “cultivar” del cavolo ossia, più semplicemente, una sua varietà.

Quest’ortaggio, infatti, lo troviamo spesso etichettato anche come cavolo verza o cavolo sabaudo e appartiene quindi alla famiglia delle Brassicaceae o Crucifere.

Tale classificazione è quella che dovrebbe accendere un campanello d’allarme in chi soffre con la tiroide e in particolare di ipotiroidismo.

Infatti, come sottolineato da una pubblicazione della Fondazione Veronesi, le Crucifere potrebbero alterare il modo in cui la tiroide si serve dello iodio.

Il perché sarebbe da ricercare in alcune loro sostanze, presenti in abbondanza, che contengono zolfo e definite gozzigene.

Queste, interferendo nel normale rapporto di metabolizzazione tiroide-iodio, potrebbero provocare una riduzione della sua capacità di produrre ormone tiroideo.

Prima di consumare la verza, allora, sarebbe meglio consultare il proprio medico di fiducia.

In generale, però, una buona regola sarebbe mangiare questo alimento, e le altre Crucifere, dopo averlo cotto.

Infatti, un qualsiasi metodo di cottura, anche rapido, potrebbe indebolire la funzionalità di queste sostanze gozzigene.

Molti cucinano la verza ma pochi sanno che potrebbe avere delle controindicazioni per chi ha problemi di tiroide e colon irritabile

Oltre a chi soffre di ipotiroidismo anche tutti coloro a cui è stata diagnosticata la sindrome del colon irritabile dovrebbero fare attenzione al consumo di verza.

Questo cibo, infatti, come emerge da quest’altra analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, sarebbe un vero e proprio produttore di gas all’interno dell’intestino.

La sua presenza potrebbe provocare crampi, gonfiore e flatulenza, alcuni dei sintomi specifici di tale sindrome.

Tuttavia, fermo restando che sia fondamentale sentire il parere del proprio medico, potremmo non abolire del tutto la verza.

L’ideale sarebbe consumarla moderatamente e introdurla poco alla volta all’interno di una dieta calibrata ad hoc per questa patologia.

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