Molti assumono quest’alimento perché aiuterebbe a digerire ma non conoscono questo suo lato potenzialmente negativo

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Ci sono tanti cibi che possono fare bene alla salute, ma la cosa importante è sempre assumerli con cautela. L’ideale, quando si tratta di comporre la propria dieta, è rivolgersi a uno specialista. Sarà lui a indicarci il miglior regime alimentare per la nostra condizione fisica. Ci dirà quali cibi prediligere e quali invece abbandonare.

Rivolgendoci ad un esperto potremmo anche scoprire che alcuni alimenti che consideravamo assolutamente sani hanno delle controindicazioni. Oggi vedremo proprio un caso di questo tipo. Scopriremo che molti assumono quest’alimento perché aiuterebbe a digerire ma non conoscono questo suo lato potenzialmente negativo. Vediamo di cosa si tratta.

Il popolare cibo

Oggi approfondiamo la conoscenza del rafano. Si tratta di una pianta perenne che ha origine qui, in Europa, e che ora è diffusa anche in zone lontane come gli Stati Uniti. La si utilizza oggi in molte ricette, anche in Italia, per il sapore piccante della sua radice grattugiata.

Si utilizza in particolare in Basilicata, Veneto, e Trentino Alto-Adige. Si tratta, insomma, di un cibo tipico anche da noi. Chi non abita in queste regioni, invece, lo avrà assaggiato in una cena a base di sushi, nella salsa wasabi. Si usa infatti per sostituire il vero wasabi, la pianta giapponese dal quale si produce la salsa originale, molto più costosa.

Il rafano è inoltre utilizzato sin dall’antichità per le sue possibili potenzialità curative. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, al rafano vengono attribuiti diversi effetti positivi per l’organismo.

Molti assumono quest’alimento perché aiuterebbe a digerire ma non conoscono questo suo lato potenzialmente negativo

Non sarebbe solo la digestione a giovarne, ma il rafano aiuterebbe anche contro le malattie respiratorie, le infezioni dell’apparato urinario e sarebbe un buon antiossidante e antinfiammatorio.

L’azione antiossidante del rafano deriverebbe dal suo contenuto di vitamina C, che aiuterebbe a contrastare l’invecchiamento inibendo l’azione dei radicali liberi sull’organismo.

Tuttavia, l’ISS mette in guardia da una possibile controindicazione del rafano. Questa radice, infatti, contiene isotiocianati, che servono normalmente al rafano per difenderla dai parassiti.

Gli isotiocianati, tuttavia, potrebbero avere anche effetti negativi sulla salute della tiroide, se consumati in quantità eccessive. Il consiglio sarebbe, dunque, quello di consumare responsabilmente il rafano.

Ovviamente, prima di effettuare cambiamenti importanti alla propria dieta, consigliamo sempre di consultare il medico.

Chi vuole approfondire temi legati al regime alimentare può leggere questo articolo, che parla di un cibo erroneamente considerato tabù nella nostra dieta.

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