Mettiamoci alla prova, se capiamo e ridiamo a queste battute probabilmente siamo dei geni

umorismo

Tutti abbiamo, chi più chi meno, il senso dell’umorismo, ossia quella capacità di dire cose divertenti e di vedere il lato divertente delle cose. Ma l’umorismo è una questione complessa e, a volte, è difficile per le persone decifrarla. Comprendere le battute più di nicchia, poi, richiede un certo livello di agilità mentale. Le persone con tale flessibilità comprendono e apprezzano maggiormente quello che è definito umorismo nero. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Cognitive Processing (Willinger U et al, 2017) la nostra reazione a proprio questo tipo di barzellette scorrette, sinistre, potrebbe essere indice del nostro livello di intelligenza. Mettiamoci alla prova quindi, se capiamo e ridiamo a queste battute probabilmente siamo dei geni.

L’umorismo nero

L’umorismo nero è uno stile comico che sdrammatizza argomenti generalmente considerati tabù: guerra, violenza, morte, stereotipi, malattie ecc. L’idea alla base dell’umorismo nero è quella di prendere questi aspetti dell’umanità e renderli divertenti. Questo è il motivo per cui il senso dell’umorismo nero non è per tutti.

Il legame tra questo e intelligenza

Torniamo allo studio citato. Il team di psicologi afferma che le persone che apprezzano questo tipo di umorismo possono avere un QI (quoziente intellettivo) più alto, sono meno aggressive e rispondono ai sentimenti negativi in modo più efficace.

Per testare questa correlazione tra senso dell’umorismo e intelletto, i ricercatori hanno fatto leggere a 156 partecipanti, uomini e donne, 12 barzellette cupe e sinistre. I partecipanti hanno dovuto indicare sia di aver capito o no ogni battuta sia se e quanto l’avevano trovata divertente. Quindi hanno fatto alcuni test di QI di base e hanno risposto a un questionario che esplorava il loro stato d’animo e il loro background educativo.

I partecipanti che hanno compreso e apprezzato le battute di umorismo nero hanno mostrato un QI più alto e hanno riportato tendenze meno aggressive rispetto a quelli che non lo hanno fatto. Ma che dire del legame tra umorismo nero e intelligenza? Secondo i ricercatori, l’elaborazione di battute di umorismo oscuro richiede un po’ più di ginnastica mentale. Questo rispetto, ad esempio, all’elaborazione di battute più comuni, ottime come esercizio per cervello e memoria, ma che si mantengono nella nostra zona comfort zone. Si tratta di un complesso compito di elaborazione delle informazioni che richiede l’analisi di più livelli di significato. Questo crea al contempo un certo distacco emotivo dal contenuto che, quindi, viene registrato come positivo anziché negativo.

Mettiamoci alla prova, se capiamo e ridiamo a queste battute probabilmente siamo dei geni

Qualsiasi battuta che si basi su giochi di parole mette al lavoro il nostro cervello. Le battute di umorismo nero richiedono solo un po’ più di controllo emotivo per ottenere una risata. Mettiamo quindi alla prova il nostro cervello con la conoscenza dell’umorismo nero.

Un uomo entra in un bar che si trova sul tetto di un palazzo e si siede accanto a un ragazzo.

«Che cosa stai bevendo?» chiede al ragazzo.

«Birra magica» risponde.

«O sì? Cosa c’è di così magico?»

Il ragazzo glielo mostra: beve un sorso di birra, si lancia dal tetto, vola intorno all’edificio, poi finalmente torna al suo posto con un sorriso trionfante e grande umorismo.

«Sorprendente!» dice l’uomo. «Fammi provare un po’ questa birra magica!»

L’uomo prende la birra. Salta giù dal tetto e precipita per 15 piani.

Il barista scuote la testa e dice «Sai, sei un vero idiota quando sei ubriaco, Superman».

Non pensiamo per un momento se quel poveraccio è sopravvissuto o no alla caduta. La vera domanda che dobbiamo porci è: abbiamo trovato questa battuta divertente? Il nostro umorismo è stato solleticato? Oppure ci ha fatto rimanere male? Forse entrambi?

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