MES, SURE, BEI e Fondo speciale. Come l’Europa risponde allo shock economico

BEI

Sono 4 i pilastri su cui si basa il Vecchio Continente per fare fronte all’emergenza causata dal coronavirus. Bruxelles ha messo sul piatto qualcosa come 1000 miliardi che vengono erogati attraverso 4 veicoli diversi, ognuno dei quali ricopre una funzione specifica. MES, SURE, BEI e Fondo speciale, ecco come l’Europa risponde allo shock economico. E’ utile vedere il ruolo ognuno di questi

MES, SURE, BEI e Fondo speciale. Come l’Europa risponde allo shock economico

Sono 1000 i miliardi che l’Unione Europea ha deciso di stanziare per combattere lo shock economico provocato dalla emergenza coronavirus. Mille miliardi che sono erogati attraverso 4 veicoli ognuno con una dotazione di capitale precisa e con un obiettivo specifico. I 4 strumenti sono il MES, il SURE, la BEI e il Fondo speciale.

Il MES è il Meccanismo Europeo salva Stati. In base agli accordi potrà contribuire ad erogare linee di credito ai Paesi che lo richiederanno, fino a 240  miliardi totali. Ogni Stato potrà chiedere prestiti per un massimo del 2% del PIL. Per l’Italia sono 35 miliardi. L’unico vincolo è il loro impiego per fare fronte a costi legati direttamente e indirettamente alla emergenza sanitaria.

Il SURE è il fondo europeo per combattere la disoccupazione. Il suo scopo è quello di affiancare le casse integrazioni nazionali. Ma anche di supportare altri provvedimenti presi dai singoli Stati di riduzione dell’orario di lavoro, con l’obiettivo di salvaguardare i posti occupazionali. Ha a disposizione fondi per 100 miliardi.

La BEI, Banca Centrale degli Investimenti, ha un plafond che può arrivare a 200 miliardi. Con questi soldi può garantire i prestiti alle banche in modo che queste possano erogare più facilmente denaro alle imprese che lo richiederanno.

Il nodo del finanziamento del fondo speciale. Il ruolo degli Eurobond

Col MES, SURE, BEI e Fondo speciale, l’Europa risponde allo shock economico. Ma è soprattutto su MES e Fondo speciale che si sono avuti gli scontri all’interno dell’Eurogruppo, in particolare tra Olanda e Italia.

Infatti sono questi due veicoli che saranno coinvolti nel post emergenza, la fase della ricostruzione.

Il Fondo speciale, in particolare, è stato individuato nell’ultima riunione dell’Eurogruppo come lo strumento che sarà destinato ad erogare i fondi per la ricostruzione. Si parla di una cifra attorno ai 500 miliardi di euro. Il punto di scontro è su come finanziare questo fondo. Italia e Spagna spingono per la creazione di Eurobond emessi dalla Commissione Europea, magari attraverso la BEI. Titoli sovranazionali garantiti dalla UE con l’ombrello della BCE. Ma i Paesi del nord, Olanda in testa, sono contrari alla mutualizzazione del debito. Preferiscono titoli di debito emessi dai singoli Stati.

Lo scontro è solamente su questo punto. E’ chiaro che una cosa è il debito in comune con tutti i Paesi europei, indistinto, che va a gravare sulla UE. Altro è un debito che porta il nome e il cognome di uno Stato e quindi grava direttamente sulle finanze di quel Paese. Italia e Spagna preferiscono la prima soluzione. Olanda e Paesi del nord la seconda.

Da queste due posizioni il 23 aprile il Consiglio dei capi di Stato e di Governo della UE dovrà trovare un compromesso.

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