MES: Presidente Conte non ti rassegnare!

Conte

Alla vigilia dell’incontro cardine tra Stati, che mettera’ forse la parola fine alla diatriba MES-non MES, il Presidente dei Consiglio  parla ancora con amarezza e determinazione. Da un angolo di questo paese gli si dovrebbe fare arrivare un monito, del tipo: “non ti rassegnare!”. Questo si ci sente di dire al Presidente del Consiglio. Il vento piega i ramoscelli ma non puo’ piegare gli alberi. A cosa sarebbe valsa la lotta condotta sinora, un po’ contro tutti, per non doverla portare a termine! E, intanto, il gatto e la volpe di un Mes travestito da chimera passa davanti alle facce degli italiani come un pasto caldo per i morti di fame…. Non cogliamo l’invito. Non cadiamo nella trappola. Insomma, da principio il Mes alla greca appariva un’imposizione ed addirittura l’unica via legale per risolvere la “sporca faccenda”del Covid-19.

Talmente sporca che il Presidente dell’Olanda si era arrischiato a chiedere alla Commissione Europea che venissero messi sotto accusa i paesi che chiedevano gli Eurobond. Adesso, il MES viene offerto su un piatto d’argento, quasi come un dono prezioso, dagli stessi Stati ad esso favorevoli. Ma viene accompagnato dalle scuse delle istituzioni europee e gli viene conferita l’aureola “per essere lo stesso, nel frattempo, cambiato”. Sembrerebbe trattarsi quasi di un processo di redenzione e purificazione del “malefico”. Ma di questo mutamento genetico non siamo certi ne’ sappiamo se dietro la faccia del MES santificato si nasconda un Giano Bifronte che mostra un ghigno infernale. Infatti, permane il dubbio sul se, effettivamente, la nuova linea di credito, offerta dal “nuovo MES” sia senza condizioni. Quindi, la soluzione migliore sarebbe che Conte dia concretezza alle sue parole e non si rassegni, abbandonando la strada coraggiosa intrapresa.

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Le parole di Conte

Eloquenti sono state le parole del Premier, soprattutto perche’ in esse c’e’ prova di coerenza. Egli ha dimostrato che le scuse pubbliche della Van Der Leyen non lo hanno ammorbidito e continua a ripetere che “l’Italia e’ stata lasciata sola”. Ha ribadito, inoltre, la necessita’ di emissione di titoli comuni, sottolineando la pericolosita’ del MES a fonte della necessita’ di ripresa economica. Non ha esitato, inoltre, a sostenere che la Germania, nella sua virtuosita’, dettata dal bilancio superiore, ha operato solo a proprio vantaggio, operando come freno per l’Europa! E quindi, ha continuato ricordando che siamo stati abbandonati proprio da quei paesi Ue che traggono maggior vantaggio dall’Unione.

Cosi’ come l’Olanda che sottrae 9 miliardi di euro all’Ue e quindi agli altri paesi di essa, approfittando della sua attraente politica fiscale. Quindi, senza peli sulla lingua Conte ha parlato di “finto europeismo” e di nazionalismi dannosi per l’Europa. E proprio sull’onta del concetto di finto europeismo si e’ rimesso in contatto con chi si era scusato, per capire se effettivamente le scuse erano reali. Ha, infatti, contattato la Van Der Leyen, proprio a voler afferrare l’amo gettato dall’Europa e dire:” insomma, qui. Si gioca ancora a battaglia navale o si fa sul serio?”. Ebbene, caro Premier, siamo con te e cosi’ ti esortiamo: “non ti rassegnare!”.

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