Mercato azionario italiano: rischio o opportunità?

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Aumentano gli allarmi sull’Italia e sul mercato azionario italiano. Le attese sono per la revisione, da parte di S&P, del rating sull’economia della nazione. Ma a conti fatti, l’Italia è un rischio o un’opportunità di investimento?

Mercato azionario italiano: rischio o opportunità di investimento?

Proprio mentre il Def, il piano di economia e finanza, arriva in Parlamento, le agenzie di rating volgono lo sguardo verso l’Italia. E non solo loro. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente definito l’Italia una possibile fonte di rischio a livello globale. E non è stata la sola: del medesimo parere anche Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, che teme ripercussioni sull’intera economia dell’eurozona.

La paura è la politica

Timori che nascono da un panorama che Moscovici stesso ha definito “da stagnazione, se non da recessione”. Anche perché quello stesso Def che nelle prossime giornate dovrà affrontare il Parlamento, potrà essere la pietra d’inciampo dell’attuale governo. Se non addirittura una mina vagante nel cuore dell’Europa. Ma come si sa, dalle crisi nascono le opportunità.

Un primo indizio?

Uno spread che a novembre sfiorava i 300 punti e che ora naviga poco sotto i 250.

Cosa significa questo?

La view di S&P 500 su Italia e mercato azionario italiano

A fine ottobre S&P ha confermato il rating italiano a BBB/A-2. Ha però modificato l’outlook portandolo a negativo dal precedente livello stabile. Si tratta dell’ultimo gradino prima del tanto temuto Junk. Intanto l’attenzione sui dati macro che verranno pubblicati in settimana aumenta. Infatti il giudizio espresso a suo tempo teneva conto di un pericolo derivante dal calo della crescita, dell’incertezza politica e, soprattutto, dell’impatto della guerra dei dazi su un’economia che vive di export.

E per il futuro?

Almeno nell’immediato può essere d’aiuto, sottolineano da S&P, una produzione industriale in aumento nel primo trimestre. Gli ultimi dati hanno visto un incoraggiante 1,7% a gennaio. Una mano potrebbe arrivare anche dai dati sul Pmi servizi attualmente sopra i 53 punti. Da qui le attese orientate più verso una conferma che verso un taglio. Conferma che, però, avrebbe il sapore della strategia attendista.

Occhio al debito

Sul banco degli imputati un debito storicamente altissimo (e in queste ultime rilevazioni addirittura record) unito ad un’incertezza politica dettata più che altro dalla convivenza spesso forzata tra due entità politiche a volte stridenti. Intanto, però, il mercato italiano da inizio anno, ha registrato un +20% in poche settimane. Fed e dazi sono meno pericolosi. Il che, di certo, aiuta.

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