Mercati Usa: i livelli per forti rialzi

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I mercati americani salutano la decisione della FED con un forte rialzo.

Le decisioni assunte ieri dalla FED confermano la validità predittiva di alcuni leading indicators, come curva dei rendimenti ed indici settoriali immobiliari.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Per un certo periodo di tempo l’atteggiamento della banca centrale sarà attendista, in considerazione di un’economia proiettata stagnante, se non recessiva.

FED model e mercati

Non si è fatto, invece, un particolare riferimento, a differenza di precedenti indirizzi della FED, quando era presidente Greenspan, al fattore più propriamente finanziario, legato a situazioni di equilibrio o squilibrio tra comparto azionario ed obbligazionario.

Del resto, sappiamo che il cosiddetto FED model, cui accennavo ieri, è stato rivisitato da diversi analisti.

Personalmente preferisco la versione originaria, integrata da una maggiorazione del rischio del 5 per cento.

Sopratutto perché questa modifica del modello, rispetto a quello originario, o alla versione che predilige il riferimento al rendimento delle obbligazioni societarie, corretto per il fattore fiscale, restituisce più agevolmente indicazioni di sopra o sotto valutazione.

A queste  rispondono non solo le quotazioni dello S & P 500, ma anche altri mercati, e non solo per un determinato orizzonte temporale.

Struttura grafica dei mercati

Alla luce di tali considerazioni, dobbiamo ancora ritenere a premio la quotazione dei principali indici azionari statunitensi.

C’è da evidenziare nonostante dinamiche di breve termine orientate ad un certo ottimismo, la struttura grafica dei mercati non pare cambiare.

Solo il superamento di determinati livelli su base mensile archiviare il ribasso di dicembre proiettando i corsi anche verso forti rialzi.

Lo possiamo desumere da almeno 3 diverse tecniche di analisi.

Il trend dei mercati è neutral ma non ancora ribassista

In base al mio metodo proprietario PLT S&P 500 e Nasdaq sono in posizione neutral.

Oramai fuoriusciti dal trend rialzista di lungo, ma senza aver ancora dato segnale di conferma di un trend ribassista.

Da parte sua, il Nasdaq pare inoltre rispecchiare, nonostante il rialzo di ieri, la configurazione di pullback, che già abbiamo riscontrato sugli altri indici:

Il grafico qui sopra, a barre settimanali, ricomprende una parte del canale rialzista intrapreso sui minimi del 2009.

Dentro la ellisse evidenziata la dinamica di potenziale pullback.

Il seguente grafico, invece, evidenzia una conferma del pattern ribassista, a barre mensili, riscontrabile anche sugli altri indici USA.

Notiamo come ormai la quotazioni si stiano avviando verso una conferma di questo pattern.

Le barre direzionali, indicate dalla frecce ribassiste, chiudono sotto il minimo della precedente barra mensile, mentre le barre rialziste sono inside, quindi non direzionali, e paiono indicare solo una fase correttiva.

Conclusioni sui mercati

l’atteggiamento attendista della Fed potrebbe favorire dinamiche di recupero che al momento, però, paiono ancora inquadrate in un trend ribassista di medio/lungo.

Possibile un’evoluzione verso una fase di lateralizzazione dei corsi.

 

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