Mercati in crisi? Da cosa stare lontani?

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Mercati in crisi? Da cosa stare lontani? Quali sono gli assets da non tenere in portafoglio?  

Dopo gli ultimi tweet di Donald Trump ma soprattutto dopo le ultime risposte della Cina, i mercati sono tornati a temere per una possibile crisi. Da cosa stare lontani adesso?

Mercati in crisi e la guerra commerciale

Tutto è iniziato qualche settimana fa quando, secondo la versione ufficiale della Casa Bianca, la Cina ha voluto ritrattare le conclusioni già raggiunte nelle scorse settimane durante i colloqui. I mercati hanno avvertito la pressione e hanno iniziato ad andare in crisi. Sell off sempre più diffuso che si è concluso ieri quando la Cina ha risposto ai dazi di Washington con contromisure anche più forti. Risultato: Wall Street in crollo con tutti e tre gli indici maggiori al di sotto del 2,5% con la punta estrema del Nasdaq a -3,4%. Tradotto in cifre: mille miliardi di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. Questi ultimi si vanno ad aggiungere agli altri 2.400 della settimana scorsa.

Ma cosa evitare in caso di crisi?

Impossibile non temere la crisi dei mercati. Anche ammesso e non concesso che l’ottimismo ostentato da Trump risulti essere reale ed effettivamente motivato. Ad ogni modo è bene andare a vedere chi e cosa è stato maggiormente colpito ma, soprattutto, cosa continuerà ad esserlo nei prossimi giorni. Prima di tutto la vittima più illustre è l’intero settore delle materie prime. Soia, cotone, metalli industriali e petrolio. In realtà la “vendetta” di Pechino non si è abbattuta sulle merci importate.

Infatti lo squilibrio tra i due (alla base della guerra dei dazi nata proprio per questo) impedisce alla Cina di avere in mano un’arma forte come ce l’ha Washington.

Le strategie di Pechino e mercati in crisi

Per questo motivo il Dragone ha preferito rivolgere la sua attenzione verso il portafoglio da 1.100 miliardi di dollari di debito Usa che ha in mano. Un’arma potente, estremamente potente, tanto da diventare addirittura un boomerang qualora venisse usata.

Tagliare gli acquisti di Treasury ora significherebbe dare il via ad una recessione mondiale. Meglio, allora puntare su altre astuzie.

Quali? Ridurre gli ordini di merci acquistate. Non solo materie prime ma anche quei famosi Boeing che stanno, tra l’altro, anche in un momento delicato a causa di alcuni incidenti che ne hanno minato l’immagine a livello mondiale

All’orizzonte, però, qualora la situazione dovesse inasprirsi, sono già pronti altri possibili dazi al 25% su oltre 4mila prodotti ancora senza imposte.

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