Mercati finanziari e Vix: il ribasso è finito?

VIX

Ogni investitore, per definizione, approccia a un asset (un titolo, un indice, una valuta, etc) con una propria tecnica e un proprio capitale. Ogni “bravo” trader tuttavia sa che per saper gestire i propri soldi occorre contornarsi di validi strumenti. Uno di essi è l’indice Vix (Volatily Index), in gergo conosciuto anche come l’indice della paura.

Cos’è? Si tratta in sostanza di uno strumento che stima la volatilità implicita (in entrambe le direzioni: ossia rialzo e ribasso) dei contratti di opzione (sia call sia put) sull’indice S&P500. In pratica funge da sintesi della variabilità attesa degli operatori sul principale indice azionario USA.

La sua importanza

Ecco allora spiegato perché potremmo definirlo anche un indicatore di rischio finanziario. Se infatti esso sale, maggiore sarà la percezione da parte degli operatori circa il rischio di mercato in quel momento. La volatilità implicita in esso contenuta è una stima sui prezzi futuri che non ha nulla a che vedere coi prezzi attuali . E allora perché tra mercati finanziari e Vix la chiave del guadagno passa da quest’ultimo? Il trading su investimenti a rischio come ad es. le azioni e gli indici, porta ad osservare la c.d. soglia critica dei 25-30 punti dello strumento. Essa infatti divide – aldiquà dei 25-30 punti – la condizione di bassa volatilità (di norma la fase toro), e aldilà quella di alta volatilità  (in genere la fase orso).

Le possibili strategie

Per rispondere a quesito vediamo come si è comportato il Vix nel passato. Abbiamo solo un altro precedente nella storia in cui esso ha toccato quota 60 (come adesso),ed è stato nel 2008 all’indomani del crollo Lehman. Per la precisione, il Vix restò all’incirca nel range 30-80 punti da ottobre 2008 a gennaio 2009. Nello stesso tempo i mercati azionari mondiali crollarono. Tornando ad oggi, invece, notiamo come il grafico daily del Vix abbia strappato al rialzo (apertura in gap up) nella giornata del 24 febbraio, per poi non invertire la rotta e prendere il largo – a più riprese – fino agli odierni 55-60 punti fatti oggi .

A questo punto le strategie con la maggiore probabilità di successo di breve-brevissimo respiro possono essere:

1) o un’attesa di possibili pull-back al rialzo per aprire nuovi short (cioè a favore del trend primario del momento) oppure sfruttare nuovi eccessi di ipervenduti per sfruttare gli inevitabili rialzi dettati dalla chiusura degli short (e quindi operando contro il trend primario).

Le due parole d’ordine sono comunque: 1) stop loss fissati a priori e possibilmente stretti;

2) evitare – se possibile – l’overnight per non incappare in spiacevoli sorprese. Mercati finanziari e Vix ci avvisano infatti che il ribasso non è ancora finito.

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