Mercati e situazione internazionale poco chiara

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La situazione internazionale sta divenendo complicata.

Era questo il senso del mio ultimo intervento su queste pagine.

Ma alla fine, alcune indicazioni sono intervenute.

Mercati americani sui supporti

Gli indici dei mercati americani  hanno tenuto i supporti,  dando l’impressione di voler poi segnare prossimamente un nuovo setup rialzista. Questo setup ancora non è definito,   ma si ha  l’impressione di seguire il principale trend, tuttora al rialzo.

Sul fronte europeo, la situazione vede invece i principali supporti settimanali dei mercati  sotto pressione, ed in parte ceduti, come in Italia.

E proprio in Italia, dobbiamo in effetti registrare alcune novità, a mio parere certo non entusiasmanti, per usare un eufemismo.

E’ intervenuto anche un incontro tra Conte e Mattarella.

Inusuale sul piano della prassi costituzionale, dovrebbe essere interpretato,  come espressione di una preoccupazione del capo dello Stato per la tenuta dell’esecutivo.

Ma perché Mattarella avrebbe dovuto essere preoccupato?

Era prossima una repentina crisi di Governo, come da noi prospettato?

In effetti, le cose, a partire dalla finanziaria, non stanno andando nel migliore dei modi.

Mi riferisco al punto di vista economico, da cui derivano, tuttavia, anche conflittualità e tensioni politiche.

La realtà imprenditoriale italiana avrebbe bisogno di  un Governo che favorisca le migliori condizioni operative, a partire da tagli delle tasse ed incentivi allo sviluppo.

Tutto quello che, invece, ha saputo fare l’attuale esecutivo è un rinvio della cosiddetta plastic tax, anche se ridotta, ed un altro rinvio della sugar.

Rinvii che significano futuri incrementi, anche se in misura in parte inferiore a quanto originariamente previsto.

E che si tratti di provvedimenti non favorevoli lo sa anche Conte, che ha detto che in questo modo le aziende potranno meglio disporre le loro strategie.

Ma come?

Compito di un Governo degno di questo nome è quello di favorire le imprese, oppure quello di sperare che i propri provvedimenti non creino troppi problemi?

Ma sappiamo che le aziende già hanno prospettato licenziamenti e quant’altro, altro che sviluppo economico.

Ci vuole ben altro, ed anche il ventilato piano dei renziani di sbloccare 120 miliardi va compreso nella sua effettività.

Se ci fossero veramente questi importi liberamente disponibili, allora l’esecutivo non avrebbe avuto alcun problema nel consentire non solo il blocco degli aumenti IVA, ma una complessiva opera di defiscalizzazione.

Quei fondi sono vincolati, ma per problemi burocratici si stanno usando con difficoltà. Al massimo, in una visione neokeynesiana che se ne propone un utilizzo velocizzato per infrastrutture, ad esempio tramite l’uso di commissari con specifici poteri.

Un processo lungo ed articolato, quello di smuovere l’economia tramite investimenti pubblici, ben diverso dagli effetti che si possono conseguire immettendo direttamente denaro nel sistema economico alla fonte, tramite una sostanziale defiscalizzazione.

Di questa diversità di prospettive sono ben consci i partiti della maggioranza, tra i quali non paiono sopite le polemiche, pur a fronte di una rimodulazione e parziale rettifica degli interventi previsti.

Ma ora, passata la principale bufera sulla finanziaria, si affaccia all’orizzonte un’altra Hydra, che difficilmente risparmierà i partiti governativi, la prescrizione penale.

Il nodo prescrizione

Come anticipato, mentre la prescrizione salterebbe, nel caso entrasse in vigore la riforma dell’attuale Guardasigilli, gli effetti processuali sarebbero diversi da quanto dal medesimo previsto, e senza le garanzie sui tempi invocate da diverse parti.

Sempre all’opera con studi di indubbio valore scientifico, l’unione della camere penali italiane, associazione che riunisce i penalisti, ha evidenziato come la tempistica di alcuni tribunali comporti che il venir meno della prescrizione in questi tribunali si applicherebbe ben prima dei tempi previsti dal ministro pentastellato.

Ma, al tempo stesso, saltata la prescrizione, che garanzia ci sarebbe di non stare sotto processo per una vita intera?

Se le garanzie su tempi processuali veloci sono quelle previste dal ministero (ministro e tecnici), allora direi che il compito è da rifare.

Si è parlato soprattutto di una velocizzazione legata all’imposizione di notifiche telematiche, tramite posta elettronica.

Peccato che non tutti siano dotati di posta elettronica, a maggior ragione se certificata, e che non si possa obbligare tutti a possederne una.

Ma, come noto, le prime notifiche, in un processo civile o penale, non vanno recapitate ad un legale, che la pec la possiede, ma al privato cittadino.

Ma aggiungiamo un’altra chicca, che la dice lunga su come in Italia si intendano risolvere le cose.

In realtà neppure i soggetti istituzionali sanno usare in senso legale le notifiche elettroniche.

Ne è chiara dimostrazione la marea di ricorsi vinti, ad esempio, in ambito tributario da contribuenti, che si appellano a vizi procedurali relativi a questo tipo di notifica da parte del fisco.

Per tutta risposta il Governo cosa si inventa? Quali effetti sui mercati?

Parrebbe che d’ora in poi tutti i proprietari di veicoli, almeno in occasione di una prima revisione del veicolo, dovrebbero essere dotati di posta elettronica certificata.

Il fine, sarebbe quello di agevolare le notifiche, per evitare che scadano i termini di consegna, oltre i quali un ricorso  sarebbe automaticamente vittorioso.

Già, peccato che la realtà del nostro Paese sia fatta,  anche di persone che  neppure sanno cosa sia una posta elettronica.

E se si affidassero al figlio o al nipote per averne una, poi neppure saprebbero andare a consultarla.

Non viene in mente all’esecutivo che vi sia il rischio di una compressione dei diritti di difesa del cittadino?

O tutto vale, pur di fare cassa (sappiamo che in molti comuni addirittura è stato stabilito un budget minimo di multe, e gli ausiliari del traffico che non lo raggiungono rischiano di non veder confermato il proprio incarico).

Insomma, multe sì, ma non per educare e prevenire infrazioni, ma per fare cassa a più non posso.

Sarei poi curioso di vedere cosa succederebbe con tutti quegli automobilisti, che una posta certificata non la possiedono, e che fanno portare alla revisione la vettura da meccanici, quando questi, alla domanda sulla posta certificata del loro cliente, magari cadranno dalle nuvole….Un bel modo per intasare tutto.

Non credo che il Governo cadrà su tale questione, ma sulla prescrizione penale le lame si stanno nuovamente affilando.

Nuovo incontro in vista tra Conte e Mattarella?

Vedremo poi cosa accadrà sui mercati.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

 

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