Mercati e i casi del giorno alla ribalta

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Mercati ed  Europa ancora in rosso

La settimana si apre all’insegna dell’incertezza politica. Alle 12.35 infatti, mentre lo spread registrava un rialzo, seppur minimo, che lo portava a 290 punti, il Ftse Mib arrivava a perdere lo 0,42%(18.663 punti). Sui mercati si inizia a intuire un sempre più forte sentiment di avversione al rischio che sul Ftse Mib si manifesta con una generale pressione verso i titoli bancari. Da sempre legati a filo doppio con i Btp tricolori, a loro volta i bond italiani sono visti come elementi di rischio, appunto.

La panoramica sui mercati europei

In coda al Ftse Mib sui mercati europei c’era il Cac 40 a -0,38% mentre il Dax di Francoforte si trovava allo stesso livello (-0,43%). Leggermente meno pressante la situazione del Ftse 100 poco sotto la parità (-0,03%). Troppe le incertezze non più solo a livello internazionale con le tensioni Usa- Cina e il ritorno sempre più concreto di una guerra commerciale.

La questione Gilet Gialli ed effetti sui mercati

A far paura sono anche le prossime decisioni del parlamento inglese sul testo di divorzio dall’Ue, testo con ogni probabilità bocciato, come anche le scene di guerriglia che arrivano dalla Francia. Parigi, infatti, è in preda ormai da diversi giorni, della protesta dei gilet gialli, protesta che potrebbe vedere le prossime conseguenze proprio sul Pil d’oltralpe. La conferma arriva dalla banca di Francia che avvisa di un calo per il Pil del quarto trimestre, che dallo 0,4% iniziale passerebbe a 0,2%.

Oltre all’ormai famigerato caso Italia, si aggiunge quindi il caos di Parigi e, domani, il responso del parlamento inglese sulla Brexit. Sull’onda di una quasi certa bocciatura, la sterlina naviga a vista.

La sterlina inglese e i mercati valutari

Un iniziale rimbalzo è arrivato in seguito alla sentenza della Corte europea, che ha confermato come il governo May potrebbe revocare unilateralmente l’attuazione dell’articolo 50 invocato a marzo del 2017. Immediatamente dopo, però, si è visto un ritorno sulle posizioni precedenti dettato da diversi elementi.

La sentenza

Prima di tutto la sentenza, già ampiamente prevista, non andrà a cambiare un iter che è stato già fissato e che, stesso il governo May ha già giudicato irreversibile.

L’Unione Europea

In secondo luogo anche l’Unione europea, attraverso la commissione aveva stabilito che l’uscita così come la permanenza di un paese membro dovesse avvenire solo dopo un voto unanime da parte dei 27.

Un dato “irrilevante”: Brexit e mercati

Anche perchè diversamente, il principio di permanenza o di uscita non sarebbe più sotto il controllo dell’Unione stessa. Inoltre, qualora il governo volesse approfittare della sentenza dell’alta corte europea, si vedrebbe costretto a rinnegare il voto del 52% della popolazione come da referendum.

Sebbene i dati delle ultime proiezioni abbiano confermato un certo ripensamento tra gli euroscettici, si rischierebbe l’ipotesi di un secondo referendum. A tutto discapito del quadro economico britannico, già visto in deterioramento.

 

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