Continua la ripresa sui mercati europei ed italiano in particolare. Anche Wall Street sembra partire bene.
Piazza Affari
Al giro di boa delle 13.30 si era visto un rassicurante +1,5% (20.630 punti) ma la chiusura è stata anche migliore con un 1,93%. Lo spread, cioè il differenziale tra il Bund tedesco e il Btp italiano si è fermato a 208 punti. Il rendimento del decennale è 1,436%. Un aumento, quello dello spread, che si giustifica con l’avvicinarsi della giornata clou per le sorti del governo gialloverde. Infatti domani il premier Giuseppe Conte parlerà alle Camere per avere la fiducia. Dal successo o meno di questo discorso dipenderanno le sorti del governo e, molto probabilmente, anche quelle del Ftse Mib per le prossime settimane.
Gli scenari che si aprono
Le ultime vorrebbero addirittura un nulla di fatto sulla mozione di sfiducia che potrebbe essere addirittura non presentata. Il che permetterebbe al premier di restare al suo posto. Nulla di confermato e diversi perciò gli scenari che si aprono a questo punto. Il primo potrebbe vedere un attacco del M5S contro Salvini e, quindi, le dimissioni di Conte. La palla passerebbe poi al presidente della repubblica Sergio Mattarella che tenterà di cercare una nuova maggioranza. Ma a questo punto tutto dipende da quello che farà Conte domani di fronte a una sfiducia o meno della Lega. Unica certezza: il M5S ha definitivamente archiviato l’alleanza con Salvini e Lega. All’orizzonte si profila dunque un’alleanza M5S-Pd in vista di un progetto di lunga durata.
I mercati del Vecchio Continente
L’Europa, intanto, prosegue per la sua strada. Al suono della campanella Parigi con il suo Cac 40 guadagnava 1,27%. Lo stesso dicasi di Francoforte con il Dax a 1,31% e Londra a 1%.
Wall Street
Molto bene la scena anche a Wall Street. Poco prima delle 17 (ora italiana) l’S&P 500 sale dell’1,09%, il Dow sfiora il +1% (0,96% per la precisione) e il Nasdaq supera l’1,25%. Un ottimismo che, per quanto riguarda la piazza di scambio americana deriva dall’allontanamento delle paure di una recessione. Non più, dunque, un’inversione della curva dei rendimenti come preavviso di recessione certa. Solo un segnale che sono aumentate le probabilità e le difficoltà; i fondamentali della società a stelle e strisce sono ancora forti. Un particolare non indifferente che potrebbe trovare elementi di conferma anche nelle parole dei rappresentanti delle banche centrali che si riuniranno a Jackson Hole da giovedì prossimo.
Mercati: da ora crollo o rialzo verticale
Nelle scorse giornate di contrattazione siamo giunti nel pieno delle aree di minimo proiettate per il periodo 1 luglio/30 dicembre. Intorno a questi livelli, come scritto nei giorni scorsi per/entro il 21 agosto dovrebbe assistersi ad un’inversione rialzista.
Siamo su livelli spartiacque: da ora o si crolla e si torna sotto i minimi di maggio/giugno e si archivia il rialzo annuale oppure assisteremo ad un rialzo verticale fino a dicembre!
Continuiamo a ipotizzare con ancora probabilità dell’ 80% che da ora a fine anno ci attende un rialzo del 15/20% di media per i mercati azionari internazionali.
Quali sono i livelli che non devono essere rotti al ribasso?
S&P 500
2.727
Dax Future
11.265
Eurostoxx Future
3.188
Ftse Mib Future
19.350.
Quali sono i livelli che faranno ripartire gli acquisti?
Chiusure giornaliere e poi settimanali superiori a:
S&P 500 Index
2.944
Ftse Mib Future
20.620
Dax Future
11.834
Eurostoxx Future
3.381
Come al solito si procederà per step.
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