Mercati azionari cauti in Europa

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Mercati europei cauti e sulla parità.

Qualche minuto prima delle 13 il Ftse Mib registrava un passivo dello 0,3% passivo che si estendeva al resto del Vecchio Continente con il Dax a -0,26%, il Cac40 a -0,3% e il Ftse100 di Londra a -0,1%.

Tra i dati macro di rilievo in Italia si deve registrare la pubblicazione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori reso noto dall’Istat da cui si evince un calo da 116,5 a 114,8, calo che coinvolge anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che va da 102,5 a 101,1.

I motivi della cautela

Sui mercati si raffredda quindi l’ottimismo nato l’anno scorso sia sul fronte dei consumatori che su quello delle imprese come confermano proprio dall’Istat : tutte le componenti dell’indice, infatti, sono in calo con la sola eccezione del clima personale, in aumento da 108,7 a 108,9.

A zavorrare le iniziative anche le tensioni sullo spread (attualmente poco sopra i 291 punti) e la stasi negli investimenti a livello infrastrutturale oltre alle incertezze sul futuro del paese con lo scontro tra governo gialloverde e Unione Europea.

Scontro che solo nelle ultime ore sta vedendo un possibile svolta con l’ammorbidimento delle posizioni dell’esecutivo sulle cifre della manovra finanziaria.

L’ultima puntata della saga vede protagonista proprio il commissario europeo Pierre Moscovici  che si è detto comunque “aperto al dialogo perché è in un quadro comune che dobbiamo trovare una soluzione e questo quadro comune è la zona euro”.

Determinante nel cambio di toni oltre al ribasso dei mercati, potrebbe essere il campanello d’allarme lanciato dal flop dell’ultimo lancio dei Btp Italia.

Infatti  a differenza delle passate edizioni, non si è riuscito a raggiungere nemmeno i 3 miliardi di euro di raccolta, fermandosi a 2,24, troppo poco in vista delle esigenze future del governo italiano.

Intanto uno sguardo agli altri  mercati vede  il cambio euro/dollaro viaggiare a 1,1318 mentre è da segnalare il crollo della sterlina (0,5% sul dollaro e 0,3% sull’euro).

I cambi valutari sono condizionati dai dubbi espressi da Donald Trump  sulla possibilità di Londra di poter chiudere accordi con Washington dopo la Brexit.

Le tensioni fra Usa e Pechino continuano

Per il resto dei mercati  dell’Europa, invece, al centro dei timori resta ancora una volta la questione aperta dei dazi tra Stati Uniti e Cina con le nuove minacce del presidente Usa Donald Trump a Pechino.

Ora l’attenzione è posta al prossimo incontro tra il presidente Usa Donald Trump e quello cinese Xi Jinping al G20 di Buenos Aires.

Ma le premesse non sembrano essere intonate verso toni concilianti visto che il presidente ha rilasciato alcune dichiarazioni secondo le quali sarebbe pronto ad aumentare al 25% i dazi su 200 miliardi di dollari di merci cinesi .

Qualora i colloqui dovessero portare all’ennesimo nulla di fatto, non è da escludere un’estensione di questa percentuale all’intero Made in China in arrivo su territorio statunitense.

Mercati quindi che tornano a rivivere quasi tutte le paure degli ultimi giorni.

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