Mercati asiatici in attesa occupazione americana

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Complice la chiusura di ieri della Borsa giapponese oggi sui mercati asiatici  registriamo variazioni in entrambe le direzioni.

Nikkei 225 -2.26% con Hang Seng e Shangai positivi oltre il 2%.

Questo nonostante a livello di dati entrambe le economie abbiamo registrato una giornata finalmente positiva.

Ecco i principali dati macroeconomici usciti in mattinata in Cina e Giappone:

Tabella dati macroeconomici mercati asiatici

  JPY Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Gen) 52,6 52,4 52,6
  HKD Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Dic) 48,0 47,1
  CNY Indice dei direttori agli acquisti del settore dei servizi (Dic) 53,9 52,9 53,8
  INR Indice Nikkei/PMI dei servizi (Dic) 53,2 52,5 53,7

Una piccola vena di ottimismo pare essersi riaperta con 4 indici su 4, tra Direttori degli Acquisti e PMI, positivi e sopra le attese.

Sembra che qualcosa nelle economie orientali si voglia muovere nella direzione della crescita.
Serviranno comunque ulteriori conferme sia  in ambito di dati macroeconomici che di listini di borsa.

Powell e la prova del 9 anche per i mercati asiatici

Oggi, dopo l’importantissimo dato sulla percentuale di disoccupazione USA, in realtà, a fare la differenza sarà l’ audizione di Jerome Powell, Presidente della FED.

Dopo le brutte ma non bruttissime chiusure di ieri sera, oggi ci ritroviamo mercati azionari diffusamente in recupero.

Pare quasi che qualcuno stia scommettendo sul fatto che Powell darà un indirizzo più calmierato alla politica restrittiva della FED.

In questo caso le borse, Apple o non Apple, potrebbero prendere fiato e se non altro interrompere la discesa.

Viceversa se, sulla scorta di una disoccupazione ancora ai minimi storici, Powell confermerà l’impostazione rigida finalizzata a nuovi rialzi dei tassi, ebbene, in questo caso per l’azionario potrebbe mettersi male.

I rischi di una chiusura settimanale negativa dei mercati

Considerate le dinamiche mensili ribassiste una chiusura settimanale nella stessa direzione potrebbe aprire le porte a un vero e proprio sell-off diffuso.

Per come si andrebbe a concretizzare la situazione anche i dati positivi per un po’ avrebbero effetto negativo.

Risulta evidente come l’importanza della FED e delle sue politiche abbia ormai raggiunto un livello globale e fondante per i mercati.

Sicuramente una concentrazione di potere eccessiva ma in fine dei conti chiediamoci: nell’era Greenspan era diverso?

Direi proprio di no. L’unico rimedio sarebbe una gestione diversa e più autonoma della globalizzazione da parte delle varie nazioni.

In questa direzione la Gran Bretagna è certamente la più avanti…

Sul fatto invece che le borse internazionali, sui grandi movimenti, si muovano all’unisono si può pensare che non vi sia rimedio.

All’operatore resta “solo” la difesa dello short e/o comunque di un’adeguata pesatura dei vari mercati.

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