Mercati americani uno stand by che potrebbe durare

Chiariamo subito che riferendoci a uno stand by sui mercati americani il termine lungo potrebbe equivalere a un mese di calendario, poco più o poco meno…

Questo tempo di attesa potrebbe essere dedicato a capire se la FED ha anticipato troppo i tempi col primo taglio dei tassi dello 0.25%.

Ovvero se invece era cosa buona e giusta.

O ancora, se addirittura come invocato da Donald Trump e dagli operatori di borsa era ed è necessario agire più massicciamente nella direzione espansiva.

FED troppo generosa? In altri tempi con questi dati i tassi sarebbero stati alzati…

Per ora qualcosa che è più di una percezione, visto che ci si basa su dati oggettivi, è che Powell, messo ampiamente sotto pressione dalla Casa Bianca, abbia un pochino precorso i tempi.

La FED ha di fatto tagliato i tassi in un contesto di dati macroeconomici che in altri tempi avrebbe certamente portato addirittura a un rialzo dei tassi stessi.

Certo il quadro internazionale non favorisce l’ottimismo ma le manovre monetarie agiscono sul fronte interno riservando a livello esterno solo fenomeni di emulazione.

E sui dati interni gli USA veleggiano in fascia di record su molte voci del ciclo economico e in generale nell’eccellenza storica.

Quindi al di là delle pressioni provenienti dallo studio ovale (che abbiamo già descritto come egoistico-elettorali) e dalle spinte di un sistema finanziario ingordo cosa può avere smosso la FED?

Dati macroeconomici negativi in arrivo: per ora non ve ne è traccia

Se analizziamo con calma e freddezza i dati macroeconomici che ogni giorno vengono pubblicati sugli Stati Uniti in tutta franchezza non troviamo una giustificazione alla mossa della FED.

L’ipotesi più accreditata rimane dunque proprio quella di un taglio determinato dalla esasperazione nel rapporto con Donald Trump.

Vediamo i dati odierni.

Indice principali prezzi al consumo (Annuale) (Lug) 2,2% 2,1% 2,1%
Indice principali prezzi al consumo (Mensile) (Lug) 0,3% 0,2% 0,3%
IPC (Annuale) (Lug) 1,8% 1,7% 1,6%
IPC (Mensile) (Lug) 0,3% 0,3% 0,1%
Redbook (Mensile) -2,0% 1,1%
Redbook (Annuale) 4,4% 5,1%

Se anzi valutiamo i dati principali di giornata addirittura parrebbe che la FED avrebbe fatto meglio se non ad alzare a starsene proprio ferma.

Dopo diverso tempo infatti, si assomma una tris di rialzi dei prezzi oltre il consensus che non si vedeva da tempo.

Nulla di drammatico o sopra l’obbiettivo dichiarato di una inflazione al 2%, ma comunque un segnale che i prezzi hanno smesso di dormire.

E si sa che per domare i prezzi i tassi di interesse si alzano, certo non si abbassano…

A validare la FED notiamo il Redbook in discesa.

Sappiamo  però quanto sia volatile ed umorale questo dato…certo se il -2.2% mensile venisse ad anticipare un sequela di dato calanti ecco che la mossa della FED riacquisterebbe il suo perché.

Per il momento tra l’altro i mercati americani non hanno mostrato alcun apprezzamento per la mossa di Powell ritenuta troppo limitata e hanno già scontato praticamente tutto quanto implicito nella prosecuzione del ciclo.

Ecco perché l’ipotesi di un trading range in formazione sui mercati americani rimane la più accreditata.

 

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