Mentre la Bank of Japan sperimenta lo yuan digitale, la BCE pensa al digital euro

BCE

Mentre la Bank of Japan sperimenta lo yuan digitale, la BCE pensa al digital euro. Andiamo a vedere cosa succede e perchè.

Le banche centrali di tutto il mondo si preparano sempre di più ad adottare delle proprie valute digitali. Sì, proprio quelle valute digitali alle quali anche Bitcoin appartiene, e alle quali le stesse banche centrali si erano sempre dette contrarie. Eppure, visto il crescente interesse per il business privato che si sta riscontrando, anche i policy-maker del mondo monetario hanno deciso di sperimentare quello che fino a pochi mesi fa sembravano un tabù: le valute digitali, appunto.

L’ultima ad affacciarsi sulla scena in ordine di tempo è la Bank of Japan, la banca centrale giapponese, che secondo quanto riportato dai media, condurrà presto un progetto pilota per introdurre una valuta digitale di tipo CBDC (Central Bank Digital Currency), per osservare come potrebbe funzionerebbe uno yen digitale dal punto di vista tecnico. Se il test dovesse funzionare, la BOJ potrebbe pensare alla sua adozione.

Ma c’è di più. In un rapporto di fattibilità pubblicato dalla stessa BOJ, la banca centrale ha scritto che intende lavorare anche assieme ad altre banche centrali, le quali stanno sperimentando anch’esse delle proprie CBDC.

Il media giapponese Coin Post ha scritto: “Sebbene la BoJ non abbia cambiato la sua posizione secondo cui attualmente non ha in programma di emettere una CBDC, ci si aspetta che lavori con istituzioni finanziarie private e società di pagamento per risolvere i problemi tecnici al fine di tenere il passo con le soluzioni di pagamento digitale che si stanno sviluppando all’estero”.

Mentre la Bank of Japan sperimenta lo yuan digitale, la BCE pensa al digital euro

Anche la Corea del Sud starebbe pensando a una sua CBDC, in risposta ai recenti progressi fatti dalla People Bank of China, la banca centrale cinese, con il proprio yuan digitale, che ha già dei progetti pilota in corso in circa cinque città del Paese. La battaglia per l’introduzione di CBDC nel Far East è quindi in corso, e nessun paese la vuole perdere. In gioco c’è il controllo dall’innovazione informatica e della tecnologia blockchain che, come sappiamo, rappresenta il nuovo “oro delle transazioni digitali”. Lo sarà sempre di più nei prossimi anni.

Il Giappone è ancora notoriamente dipendente dal denaro contante, dal momento che molti dei suoi cittadini più anziani (il Giappone ha una delle età medie più alte al mondo) effettuano ancora la maggior parte delle loro transazioni in contanti.

Sicuramente un punto, quello culturale, a sfavore per l’adozione di una valuta digitale.

All’inizio di quest’anno, la BoJ aveva dichiarato anche di voler lavorare ad un’iniziativa congiunta assieme alla Banca Centrale Europea. Molte banche centrali hanno dichiarato, infatti, che stanno discutendo questioni relative ai CBDC e ad altri tipi di asset digitali, che potrebbero essere utilizzati su piattaforme basate su tecnologie di distributed ledger. L’euro digitale è una delle opzioni sul tavolo. Sarebbe una rivoluzione per il mondo dei pagamenti, l’economia e la società europea in generale. Una rivoluzione, quella dei pagamenti digitali, che dovrebbe essere portata avanti non solo dalle banche centrali ma anche dai Governi. Che nel futuro non si potrà fare a meno della tecnologia blockchain è ormai scontato.

Proprio per questo motivo, è importante non arrivare per ultimi alla redazione di un framework normativo sul tema. Se la Commissione Europea e la sua presidentessa Ursula Von der Leyen vogliono davvero puntare sulla digitalizzazione del Vecchio Continente, uno dei due grandi obiettivi del Next Generation UE Fund (l’altro è la green economy) farebbe meglio quindi a normare quanto prima la nuova tecnologia a blocchi, in maniera da massimizzarne il suo potenziale.

Consigliati per te