Massima attenzione quando compriamo questi prodotti, ecco la sigla e la provenienza da tenere assolutamente a mente

pescatori

Noi italiani siamo notoriamente attenti a ciò che mangiamo. Talvolta trascorriamo ore a discutere sul migliore ingrediente per una ricetta e cerchiamo spesso prodotti qualitativi per le nostre preparazioni. Capita, però, che quando facciamo la spesa diamo alcuni elementi per scontati. Ad esempio, non riflettiamo troppo sull’origine geografica dei prodotti, talvolta rassicurati dal nome di un’etichetta italiana.

Questo però potrebbe rappresentare un grave errore. Infatti, in alcuni casi, l’origine di un prodotto può lasciare trapelare informazioni essenziali che potrebbero aver condizionato l’habitat di provenienza dell’animale o della verdura. E questo capita, a maggior ragione, quando parliamo di pescato e di prodotti quali il tonno in scatola.

Massima attenzione quando compriamo questi prodotti, ecco la sigla e la provenienza da tenere assolutamente a mente

Forse non lo sappiamo, ma l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha suddiviso le aree del nostro pianeta in settori indicati da una sigla. Leggendo questa sulla confezione di un prodotto, possiamo intuitivamente comprendere l’area di provenienza del pesce. Ad esempio, il Mar Mediterraneo viene indicato con il codice FAO 37. Si ritiene tale mare consigliabile per l’attenzione dei paesi rivieraschi e per le politiche rivolte alla prevenzione dell’inquinamento dell’ambiente marino.

Inoltre, le leggi a tutela del consumatore in Italia prevedono l’ulteriore indicazione per scritto della zona di provenienza. Ebbene, forse non ci abbiamo pensato, ma alcune di queste zone potrebbero essere state oggetto di inquinamento massiccio.

In particolare, facciamo riferimento all’area FAO 61 e a quella FAO 71 e 77. Sono passati circa 10 anni dal disastro nucleare di Fukushima, ma è una decisione recente quella assunta dalle autorità giapponesi di rilasciare 1.25 milioni di tonnellate d’acqua radioattiva.

Un allarme a proposito è stato lanciato da Coldiretti, la quale, verificando i dati Istat 2020, ha indicato che l’Italia importa annualmente più di 21 milioni di chili tra crostacei, pesci e molluschi provenienti dalle zone indicate. Massima attenzione quando compriamo questi prodotti alla sigla e la provenienza da tenere assolutamente a mente. È indubbio che, per definizione, gli oceani rappresentino un ambiente fluido, caratterizzato da correnti e massicce migrazioni delle specie che ci vivono. Ma la scelta consapevole del consumatore può comunque orientarsi verso destinazioni meno inquinate. Peraltro, in passato abbiamo fornito alcuni consigli in tema di scelta consapevole, in particolare riferendoci alla qualità e alla sostenibilità dei tonni in scatola comuni nei nostri supermercati.

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