Mario Draghi: chi sarà il successore alla BCE?

Mario Draghi

Il 2019 finirà con l’incognita dell’addio di Mario Draghi alla Bce. Il governatore italiano, infatti, a novembre, lascerà l’incarico ricoperto ormai dal 2011.

Il successore alla BCE

Un periodo durante il quale è stato protagonista della più forte azione di stimolo finanziario mai messa in atto dalla Banca centrale. Ad ogni modo il nome del suo successore è ancora un’incognita. Non solo per una questione di nazionalità ma anche per il profilo che dovrà avere. Infatti l’Europa è in teoria un’Unione, ma di fatto si tratta per lo più di una convivenza, spesso forzata. Convivenza nella quale i membri hanno spesso litigato tra loro. Anche per le conseguenze che la moneta unica (e le politiche finanziarie) hanno avuto sui singoli paesi.

I problemi del Quantitative Easing

Il Quantitative Easing promosso da Mario Draghi, ad esempio, è stato accusato più volte di aver aiutato l’Italia gravata da un enorme debito pubblico. Per questo motivo i prossimi candidati potrebbero avere un approccio diametralmente opposto a quello di Draghi. Il che porterebbe a una serie di politiche monetarie completamente differenti da quelle adottate finora. E che in alcuni casi hanno anche avvantaggiato l’Italia.

Europa in difficoltà

Il condizionale, comunque è d’obbligo dal momento che, come detto nell’ultima conferenza stampa della stessa banca, è innegabile la presenza di un rallentamento economico diffuso. Rallentamento che potrebbe richiedere altre forme di sostegno all’economia reale. Risultato: se non proprio un nuovo QE, per lo meno una serie di agevolazioni al credito.

E se torna la recessione?

E comunque, nessun falco alla guida dell’istituzione di Francoforte. Sempre che questo rallentamento persista. Cosa che i dati macro suggerirebbero. Il problema è che spesso, pur in piena crisi economica, la Germania si è spesso lamentata. Per Berlino, infatti, il taglio dei tassi di interesse, una delle misure cardine del QE, avrebbe distrutto le finanze dei risparmiatori tedeschi, privati dei propri rendimenti.

Chi dopo Mario Draghi?

Il nome di Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, era girato tra gli addetti ai lavori. Nemico di Draghi e delle sue politiche, sembra però non trovare grandi appoggi all’interno del board.

Più forte sembra invece essere la candidatura di Erkki Liikanen, finlandese, ottimo tecnico e politico ma con un profilo pubblico piuttosto basso. Il problema, in questo caso, però, sarebbe appunto il carisma che, dopo una figura così determinante come quella di Draghi, verrebbe meno. Proprio in un momento estremamente delicato, in cui si affacciano tensioni all’orizzonte. Infatti non si deve temere solo il ritorno della recessione, ritorno che sembra essere quanto mai minaccioso. I colloqui tra Usa e Cina sul commercio internazionale sono ancora un’incognita così come la Brexit.

Il vero colpo di scena?

Una Christine Lagarde, già a capo del Fondo Mondiale Internazionale. Questa volta sulla poltrona di governatore della Bce.

 

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