Ma Wall Street chi preferisce, Biden o Trump?

Trump Biden

La domanda se la stanno facendo tutti nel cuore finanziario di New York. E quindi del mondo. In quella strada costruita sopra il muro che divideva la Nieuw Amsterdam olandese dal territorio indiano di Manhattan. Ma Wall Street chi preferisce, Biden o Trump? E non è una domanda da poco. Visto che quello che pensa la comunità finanziaria americana, e quello che fa, influenza tutto il mondo.

Come abbiamo detto in altri articoli, come questo, esistono tutta una serie di indici a Wall Street, non ufficiali. Ed una miriade di studi statistici, tutti seguiti, ma con esiti contrastanti. Tra questi il famoso “sell in may and go away”. Secondo il quale bisognerebbe stare lontani dai mercati in primavera ed estate, e rientrare in autunno ed inverno. Che è vero per il DAX e falso per lo S&P500, se vi interessa. Oppure quello secondo il quale se la Borsa va bene nei tre mesi prima dell’elezione, il presidente in carica viene rieletto. Valido, pare, per il 90% dei casi.

Ma cosa dire, allora, di quella statistica che dice che nessun presidente è mai stato rieletto se ha dovuto affrontare una recessione nei due anni prima della rielezione? E l’emergenza Covid è ben più di una recessione. Sia per l’America che per il mondo.

Ma Wall Street chi preferisce, Biden o Trump?

Sia come sia, la Borsa americana, che non è solo il NYSE, che è quello che ha sede a Wall Street, ma anche il NASDAQ e l’AMEX, ancora non si è espressa. Al momento i top manager delle varie banche e degli hedge fund sono impegnati nella nobile arte della divinazione. Stanno scrutando, infatti, i fondi di caffè delle dichiarazioni e dei fumosi piani elettorali dei due candidati. Per vedere che cosa ne possano trarre in merito alle loro intenzioni. La Storia e l’esperienza ci dicono che i Repubblicani sono più favorevoli a Wall Street di quanto non lo siano i Democratici. Che, essendo liberal (all’americana), qualche tassa in più o qualche nodo alla cintura della deregulation cercano sempre di stringerlo.

Il calo di settembre sarebbe da imputare al riposizionamento di alcuni grandi fondi, speculativi e non. Timorosi che le “promesse” di Biden (più tasse, meno deregolamentazione e più sostegno alle energie rinnovabili) si realizzino. Quindi Wall Street sembra scommettere su Biden? Forse sì. Ci sono due segnali. Parecchie banche americane hanno anticipato a prima delle elezioni la distribuzione di bonus e dividendi. Ed 1/4 del denaro preso a prestito da aziende controllate dal private equity è già stato rimborsato a queste ultime sotto forma di dividendi.

Il vaticinio delle Borse USA

Le grandi banche d’affari di Wall Street hanno tutte i loro “predictors”. Che vanno dalla vittoria di Biden col 9% di scarto a quella di Goldman Sachs tra il 10- 20%, a UBS con il 20%. Inoltre, l’indice dei “Superforecasters” (gli umani più bravi delle macchine a predire) prevede una vittoria a valanga di Biden. Sarà tutto vero? Nessuno può saperlo. Certo, se piove di quel che tuona, la sconfitta di Trump sembra cosa fatta. Ovviamente a causa della crisi economica. E della pessima gestione della crisi emergenziale del Covid, che ha portato alla prima.

Ma per essere certi di tutto bisognerà aspettare la notte tra il 3 ed il 4 novembre. E forse anche qualche giorno, settimana o mese dopo. A seconda del distacco potenziale tra i due candidati. Soprattutto se avesse vinto Biden.

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