Ma siete proprio sicuri che vi toccherà la pensione?

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Ma siete proprio sicuri che vi toccherà la pensione? Attenzione: il titolo non vuole essere allarmistico. Ma soltanto realista. Perché è un dubbio lecito. Più che lecito, visto come vanno le cose. Ed è sempre meglio aver paura che toccarne, dice un vecchio detto toscano. E visto che i vecchi detti non sbagliano mai… siete proprio sicuri che vi toccherà la pensione?

Analizziamo come stanno le cose. L’Italia non sta passando un bel periodo. Tutt’altro. Neanche l’Europa, e nemmeno il resto del mondo. D’altronde la pandemia ancora impazza in più nazioni, e qualcosa di ritorno si sta vedendo pure da noi. Ma noi siamo messi particolarmente male. I fatti. 100 miliardi in più di debito dall’inizio della crisi. Questo grazie ai paletti europei che sono saltati. Ed alle misure messe in campo, tutte a deficit. Rapporto deficit/PIL sopra il 10% da 2% pre-crisi, per questo motivo. Debito pubblico al 165-170%.

Dei 209 miliardi del Recovery Fund 80 sono a fondo perduto. Ma di quegli 80, 55 l’Italia li dà agli altri paesi come contribuente netto europeo. Quindi ne rimangono 25. Gli altri 129 sono a debito (dell’altro!), e vanno restituiti, anche se saranno a tassi molto bassi. Non solo, ma 100 li abbiamo già consumati, in pratica, ricordate? Ne rimangono 29. Come detto, questi sono i fatti. Giudicate voi.

Ma siete proprio sicuri che vi toccherà la pensione?

Altri fatti. Il debito pubblico italiano è acquistato da un solo acquirente, la BCE. Traduzione. Nessuno compra il debito pubblico italiano. Lo fa solo la BCE, tramite la Banca d’Italia. E lo fa sia sul mercato primario, cioè appena i titoli vengono emessi, sia sul secondario, cioè quando i titoli vengono tradati. Lo spread BTP-Bund è a 146. 80 punti di più della Spagna. Allo stesso livello della Grecia. La Francia è a 29. Lo spread non è altissimo, ma è molto più basso di come sarebbe se la BCE non ci comprasse il debito.

Ancora. il 15 ottobre finirà lo stato di emergenza. Ancora prima ci saranno, il 20 settembre, le elezioni amministrative in 7 regioni. Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Valle d’Aosta e Puglia. Una parte della compagine governativa (il PD) attualmente governa in 5 delle 7 regioni. Le previsioni sono per la perdita di alcune di esse. E per la conferma di Zaia in Veneto e Toti in Liguria. Potrebbe essere una spallata al Governo? Molti analisti politici dicono che se Toscana venisse persa dal centrosinistra, il governo cadrebbe istantaneamente. Il 18 settembre i sindacati hanno minacciato lo sciopero generale. Che, se avvenisse, non sarebbe certo favorevole al centrosinistra.

Tutto questo in cosa si traduce?

In una situazione precaria. Molto precaria. A cui si aggiunge, appunto, la questione delle pensioni. Perché ci sarà sicuramente una importante riforma generale del sistema pensionistico. Ma solo a partire dal 1° gennaio 2022. Cioè dalla fine di Quota 100. E la riforma pensionistica è uno dei must che l’Europa richiede all’Italia per erogarci, a tranche, i soldi del Recovery Fund.

Sicuramente, finché la BCE fa da guardiano, il debito e le pensioni italiane sono al sicuro. Ma dopo? Forse è bene incominciare a pensare a qualche soluzione duratura. Perché senza, i soldi europei smetteranno di arrivare. Ed allora le preoccupazioni diventerebbero serie. Meglio pensare alle soluzioni.

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